[English version below]
Buenos dias bella gente. Vi scrivo dall'isola di Majuli sul fiume Bhramaputra nello stato di Assam nel nord dell'India d'oriente. Sono in solitaria in moto lungo le sue sponde da 10 giorni, ho percorso 800 km.
Non vedo un occidentale da quando ho lasciato New Dehli per esplorare queste terre cosí remote nel nostro immaginario. Effettivamente lo sono, l'Assam si trova insieme alle "6 sorelle "(stati) Naga Land,Arunachal Pradesh,Mhegalaya, Manipur, Tripura ,in una immensa valle che si apre a triangolo scendendo da nord est insieme al Bhramaputra. Racchiusa dall'Himalaya di Bhutan e Cina a nord , dalla Birmania a est e a sud dal Bangladesh .
Fino a poco tempo fa Majuli era considerata l'isola fluviale piú grande al mondo, ma, insieme alla storia , anche i fiumi cambiano il loro corso. Il piccolo delta che la divideva dalla terra ferma si é seccato e non certamente per la mancanza d'acqua, il ponte che si attraversa per entrarvi non é ora che una sopraelevata tra gli immensi e fluorescenti campi di riso.,stagni e laghetti verdissimi di piante acquatiche.Tutte le informazioni sull'isola ,che si trovano sul web, inclusa la nostra Treccani (2001!!) la descrivono ancora come tale e gli Assamesi storcono un pó il naso a dover ammettere la perdita sia del primato che dell'isola.
In alcuni dei 7 stati si puó accedere solo con dei permessi speciali, il motivo mi resta poco chiaro. Credo sia da attribuire ai tentativi di indipendenza di alcune tribu che hanno tutt'altro sangue rispetto agli Hindu e che ogni tanto provocano dei tafferugli , così mi dicono alcuni Assamesi. La spiegazione ufficiale é che il governo vorrebbe preservare questi popoli dalle invasioni "barbariche" . Ci andrò a Dicembre nelle Naga Land e vediam che si dice da quelle parti. .Questo é uno dei vari motivi che mi ha spinto fino a qui. Ancora ed ancora trovo in India la piú grande diversitá etnica ,culturale e religiosa che esista al mondo racchiusa in un solo paese . Il solo guardare nelle mappe la posizione geografica di alcuni paesi è a volte sufficente per farmi levar le ancore ed andare .Gran parte di queste popolazioni hanno gli occhi a mandorla,sono asiatici. Alcuni scorci tra le loro palafitte e sui loro visi mi portano in Laos,nord thailandia, Birmania. Infatti ,una migrazione partita dalla Birmania che condivideva con Thailandia tradizioni e usanze, si é stabilita in queste terre governando per ben 6 secoli fino al dominio Britannico. Sono diversi, mi piacciono un sacco queste genti specialmente nelle zone rurali in cui si vive un sereno e lento quotidiano ancestrale tra le braccia di madre terra. Hanno nello sguardo anche una fiera determinazione che li distingue dal resto degli Indiani che viaggiano con occhi e movenze trasognate tra le spire dei loro mille di Dei. Poi..lasciata la campagna appena un pó più in la,nelle grandi arterie e nelle cittå ,é una babele di umani ,macchine ,polvere, fumo, casino .
Ovviamente in questi due secoli questi Tai Ahom si sono mescolati alle popolazioni Hindu ma, se potessero , confidano che se ne starebbero volentieri per conto loro, cosí mi dicono per strada.
Il mio grande amico Nitin Chauhan mi ha accompagnato per un piccolo tratto di questi 800 km e poi é dovuto rientrare per il raccolto del riso nelle sue terre in Haariana a 4 ore a nord di Dehli. Confesso che ero indeciso se proseguire da solo ma una volta assaggiato il calore , l'onestá e dignitá del popolo Assamese ,ho capito che potevo andare indisturbato e ho fatto bene. Scrollarsi di dosso con degli spintoni la grande paura del mondo e partire da soli , é una potente medicina per lo spirito.Con la piena possibilità di spostarsi liberamente in moto ,al vento ..per quel che mi riguarda, ancor di piú.
Il Grande Spirito mi ha regalato messaggi di benvenuto ogni giorno . Ho ricevuto moltissimo e donato in queste settimane. Mi son fatto amici ad ogni sosta. Amano lo straniero queste genti, (ne vedono cosí pochi) specialmente quel vecchio ancora ben piazzato con la barba bianca che in moto senza casco dispensa buena onda.
Il Bhramputra é un fiume immenso,insieme al Gange , al Kaveri , khrishna ,Irrawaddi solo per citarne alcuni, sfocia nell' enorme golfo del Bengala sommergendo durante i monsoni il povero Bangladesh.
Nasce in Tibet con il nome Yarlung Tsampo.
Se lo si guarda dalla mappa si puó capirne la vastitá. Lo ho attraversato 4 volte in questo viggio, l'ultima stamattina con un ferry sgangherato e stracolmo di mezzi inclusa la mia moto. In alcuni punti , il sole sembra svanire in un arcipelago caraibico. Dopo i monsoni, da ottobre a maggio, affiorano immense isole , le sponde riemerse del Bhramputra si ripopolano di contadini e animali nutriti dalla terra fecondata dal figlio di Rham. Il Bhramputra , unico fiume al maschile in India.
La sua corsa è relativamente breve: dall’Himalaya al Golfo del Bengala percorre 2900 km, ma la sua portata d’acqua è impressionante, può arrivare a 20 km di larghezza durante i monsoni. Credo potrebbe fornire acqua dolce a tutta l’India.
I delfini ci sono, ma sono sempre più rari. Alcuni studenti mi dicono di averli visti, ma questi 7 stati, o “sette sorelle” come vengono chiamati, sono popolosissimi e in crescita esponenziale fino al 2050. Qui assisto alla lotta tra uomo e animali. Questa è terra del rinoceronte indiano, ce ne sono 2400 solo nel Parco Nazionale di Kaziranga. Li ho visti semplicemente sostando su una collina e ammirando una immensa pianura adiacente al parco. Ci sono migliaia di elefanti e la famosa tigre del Bengala, la più bella tra le tigri, ma quello che ho visto mi ha stretto il cuore. Se non ci sbrighiamo a creare parchi nazionali e proteggere questi animali, tutto è perduto. È molto difficile, specialmente in una nazione così popolosa, creare questi parchi. Capisco e mi metto nei panni degli abitanti di molti villaggi che sono stati dislocati per volere del parco, mi metto nei panni dei contadini con i quali ho approfondito le problematiche della convivenza uomo-animale. I primi hanno dovuto abbandonare le loro case e la loro terra che li ha ospitati per secoli, gli altri devono fare i conti con la possibilità che il loro raccolto, fonte di sostentamento primaria, venga distrutto in un batter d’occhio da branchi di elefanti. Ma non vi è alternativa alcuna, ora è tempo che la natura abbia precedenza assoluta sull’uomo, costi quel che costi.. purtroppo...
Approcciandomi al Kaziranga ero sbalordito e sono iniziate le pene per ciò che descrivo. Siamo arrivati di notte con la pioggia. Non vedevo ad un palmo. Come dicevo, le arterie stradali in India sono spaventosamente trafficate. Ebbene, con mio grande orrore mi sono ritrovato a percorrere la strada che racchiude il Kaziranga con il Brahmaputra. Ci sono indicazioni ogni 100 metri che a grandi lettere informano che la strada che si percorre è un corridoio per gli animali selvatici. Si incita ad andare piano, si ringrazia per prendersi cura degli animali, si raccomanda attenzione. Non potevo credere a ciò che vedevo. Il traffico era degno della A4 nell’ora di punta. Gli animali sono letteralmente in trappola e senza via di scampo. Sì..... mi dicono che durante il periodo delle migrazioni frazionano il traffico lasciando delle ore di tranquillità… mah… come possiamo dire a un elefante o a una tigre a che ora deve decidere di spostarsi! Fatto sta che il parco è in mezzo a milioni di individui in continua crescita.
Il giorno dopo l’arrivo, con Nitin, decidiamo di entrare. Paghiamo poco la jeep che ci porterà, 20 euro a testa. Mi si sono rizzati i capelli dopo 300 metri dall’entrata. Un’unica via di accesso sterrata si inoltra nel parco per 3 km. Una cinquantina di jeep sono ammassate in coda per permettersi il reciproco passaggio, jeep colme di persone, non vi dico la polvere e il trambusto. Ero dentro un ingorgo! Mi incazzo raramente ma lì ho perso le staffe ed ho urlato al conduttore di riportarmi immediatamente indietro. Io e Nitin abbiamo compilato una lettera di protesta alla direzione del parco che naturalmente non era lì in loco. Non entrerò mai più in quel parco e mi dispiace di non averlo saputo prima. Ma come? Il Kaziranga si dipinge ovunque come grande opera indiana di conservazione. Questo vale per un’infinità di situazioni che vivo viaggiando. Si raccontano un sacco di palle ovunque pur di vendere..
Ma come si fa a gestire una risorsa così preziosa in quel modo? Questa è l’India. Gestire un miliardo di persone così diverse culturalmente e gestire tutte le risorse della terra è un’impresa ammetto alquanto ardua, e se aggiungiamo che la corruzione è a altissimi livelli in ogni strato sociale, ed oso dire si mangi almeno il 30% delle risorse, siamo messi male mentre ora è solo tempo di sbrigarsi a salvare il salvabile.
In Assam, se si hanno più di due figli non si avrà mai un lavoro governativo, al quale aspirano tutti avendo pochissime alternative. Con questa legge, il governo vorrebbe far diminuire la natalità. Peccato che mi si dica che preservativi, aborto e pillole contraccettive abbiano costi proibitivi per la stragrande maggioranza delle persone. L’istruzione è molto carente e, di conseguenza, le folle vengono trascinate a destra e a manca da politici e idolatria.
I giorni successivi mi hanno donato invece molta pace. Prendo coscienza del problema e vado avanti, vedo con i miei occhi, imparo,cresco, scrivo e informo .
Il mio piccolo resort è in un piccolissimo villaggio nelle piantagioni del famoso tè assamese, appena a sud del parco. La mia casupola in bambù è accogliente e la gestione ottima. Dormo e mangio con 25 euro al giorno. La campagna circostante è uno spettacolo. Il pattern che creano le piantagioni di tè è veramente bello. Il verde della pianta è molto scuro e intenso, la distanza tra una pianta e un’altra, che permette la raccolta delle foglie, crea delle spaccature a reticolo più scure. La vista dall’alto delle piantagioni è straordinaria. Cammino per ore in quelle piantagioni, fuori dal rumore ferraglioso e polveroso della vita degli orribili agglomerati indiani. Vi è un abisso di diversità tra l’ammassarsi di gente nelle arterie o solo poco più in là nel silenzio della vita contadina.
Le foglie del tè hanno bisogno di molta umidità e ombra, quindi gli alberi sono ovunque, radi ma presenti in tutte le estensioni. Percorrerò centinaia di chilometri nei giorni successivi, accompagnato da quelle immense piantagioni e dagli sconfinati campi di riso.
Mi sono beccato una bella scarica elettrica, letteralmente da elefante! Un giorno, cercando una cascata consigliataci, io e Nitin siamo finiti in mezzo ai campi con le moto su sentieri stretti, sempre accompagnati da capre, mucche, maiali e polli, come ovunque in questo nord-est rurale. Ho visto Nitin contorcersi e fermarsi, ma non mi sembrava ci fosse niente di strano tra noi. Poi vedo un filo di ferro che mi arriva al collo. Nitin non dice niente ed io con la mano lo afferro per passarci sotto, mi è arrivata una scarica da paura! Ho urlato con gli occhi sbarrati che guardavano quelli di Nitin nelle stesse condizioni. Abbiamo riso moltissimo quando abbiamo capito che l’altezza di quel filo non poteva essere posta a quell’altezza se non per tenere fuori gli elefanti. Ma, Nitin si contorceva perché aveva beccato il filo in pieno addome, ma avendo giubbotto e guanti non aveva preso la scarica ed era quasi caduto, non sapeva dell’elettricità. Alla sera, dopo un buon calumè, abbiamo riso a crepapelle.
Ci sono torrette di avvistamento ovunque tra le piantagioni e adiacenti ai piccoli villaggi. Giorno e notte si fa la guardia e appena si scorgono i branchi di elefanti ,il paese accorre munito di qualsiasi cosa faccia rumore e di notte con fiaccole per deviarli dai campi. Un contadino mi dice che pochi anni orsono li uccidevano ma ora andrebbero in carcere ed il loro numero ê aumentato (non credo) insieme al disboscamento e all'inesorabile avanzare delle piantagioni. Situazione assurda e difficilmente risolvibile, la popolazione cresce ed il territorio cala sempre più . Oggi la convivenza tra uomo e animale è sempre più probblematica e di questo passo chi ci rimetterà saranno gli animali per primi e poi l'umanità intera. La vita rurale che vivo, osservo ed apprezzo moltissimo in queste terre ê vissuta da genti placide. Gli Assameese hanno la grazia,la calma e l'onestà tipica dei loro avi asiatici delle comunità rurali, anche se devo dire questa caratterisitica è propria di chi vive in comunione con la terra ovunque nel mondo . Mangiano carne senza distinzione , pollo,maiale, capra, anatra,bufalo, altra diveristà rispetto al resto dell'india. Mettono a dura prova la mia scelta di non mangiarla per tutta la durata del viaggio. Mi propongono ogni sorta di piatto succulento e resisto a fatica sapendo che quelle carni provengolo solo ed esclusivamente dai loro cortili, ma non mollo anche se togliendo la carne dal menu non resta quasi niente. Altra India!! Qui a Varanasi ,stamattina ,il direttore dell'albergo in cui alloggio mi ha comunicato seriamente e solennemente,descrivendomi i servizi ,che l'albergo è totalmente ed assolutamente veg. Vegetariano.
Vedo povertà ma non vedo miseria e ancora una volta mi chiedo cosa sia la povertà se riferita ai contadini, il non possedere quello che ormai possiedon tutti? macchine,case ,telefoni ,elettrodomestici etc etc? Cammino all'imbrunire nel silenzio delle piantagioni, e tra piccole casupole di legno ,bambu o mattoni, tra graziosissime caprette bianche e nere,,galline, anatre, oche e cani ammansiti e docili , vedo fiori sui cortili in terra battuta pulitissimi, vedo bambini liberi e felici giocare tra gli steli enormi del bambu , i campesinos mi salutano con un sorriso ampio e vero, il cielo si tinge di rosa e poi vira al rosso donando al verde dei campi una profondità mistica, cammino ancora senza timore alcuno, ci sono stelle ovunque lassù, le uniche luci artificiali sono sparute e piccole tra le piantagioni,non fanno nulla di male al firmamento che mi posso godere finalmente al buio. Poi penso ai miei giorni trascorsi a Calcutta e penso a quelle orribili città lungo le highways incancrenite di acciaio cemento sporcizia e rumore,rumore,luce senza cielo,finestre e porte sbarrate,aria condizionata,( chi puó)acqua morta in bottiglia.La povertà risiede certamente li e non qui dove calpestano i miei piedi, penso. La povertà piu terribile e temibile a mio parere è quella dell'uomo che vive senza il cielo ,senza stelle, senza terra ,senza fiumi ,torrenti,senza poggiare mai i i piedi sulla nuda terra e percepirne l'umore, la vita che vi si cela, senza il contatto con gli animali dei quali si nutre senza averli mai visti nel loro naturale vivere, senza minimamente conoscerli e nemmeno considerarli come doni. Anchessi.
Un giorno mi avventuro ,sempre in moto ,nei dintorni del Kaziranga,mi dirigo il più possibile vicino al Bhramaputra guardando la mappa che devo ingrandire a dismisura per intravedere le stradine sterrate. Vedo un segnale che indica 'one rhino camp'. Vado in quella direzione tra i campi di riso e mi ritrovo davanti un campo con delle tende piantate sotto dei tetti di bambu. Il campo è completamente recintato da filo elettrico. È ai bordi di un piccolo canale al di là del quale è kaziranga. Mi viene incontro un uomo che mi sorride e mi invita nel campo, parla inglese, non bene ma ci capiamo. Passeró delle ore bellissime in sua compagnia, sua moglie è vestita di bianco immacolato e mi sorride. Mi fa sedere su dei ceppi di legno che circondano un focolare spento e mi offre un tè. Mi spiega che il filo serve a proteggere il campo dopo l'imbrunire quando rinnoceronti , elefanti e bufali attrversano il canale. Vorrei rimanere la notte , mi piace molto, è basico ma pulitissimo e aperto alle stelle, ma,il giorno dopo sono on the road , il mio piccolo resort è a 20 km e non è il caso. Il figlio ha 22 anni e vedo subito che è uno studente, vuol diventare astrofisico. Mi accompagnano a fare un lunga camminata lungo il canale, tra l'erba spunta la schiena possente e bianca di un rinnoceronte, è a pochi metri da noi. Il padre mi spiega molte cose del loro quotidiano. Sono entrambi colti padre e figlio, ma,il padre conosce tutto della natura che lo circonda,la ama,pianta i Banian trees perchè mi dice sono rifugio per molte specie, coltiva riso e alleva animali,pesca e ama gli uccelli che cerca di farmi notare ovunque. Il figlio non sa nulla, è già su marte con Elon Musk. È il suo unico figlio e nel suo sguardo percepisco l'orgoglio dei sacrifici fatti per farlo studiare con evidenti risultati, ma vi è un velo di tristezza che mi comunica senza parole. Quel figlio molto probabilmente se ne andrà dentro le scatole di cemento senza cielo lasciando la terra al padre finchè sarà in grado ...
Mi racconta che durante la stagione dei monsoni il Bhramaputra diventa gigantesco e si propaga per kilometri nelle campagne innondando campi e piantagioni. A maggio il campo chiude, verrà sommerso a giugno dalle acque impetuose. Alcune strutture in legno più solide resisteranno, tutto il resto sarà da rifare anno dopo anno. Il Buramaputra la fa ancora da padrone , ma lungo le sue sponde diretto a nord est vedo argini e piloni per nuovi ponti chilometrici. Sarà domato? Ogni volta che mi fermo per qualsiasi motivo faccio amicizia con qualcuno. Sono da solo solo quando guido o me sto nei miei alloggi che scelgo accuratamente immersi in natura . L'arrivo a Majuli è stato strano, ho scelto su google map un piccolo resort e mi son ritrovato in mezzo al nulla. Il bungalow era sporco,con poca luce, in mezzo ad erbacce e semza vista sui campi. Mi sento a disagio e mi chideo cosa farò li per le due notti che ho riservato. La donna non parla una parola, non ho connessione. Nel percorso all'arrivo ,vedo una università con molti studenti . Lascio la borsa sul letto senza disfarla, qualcosa mi induce a farlo. Prendo la moto e mi dirigo verso la università ,gioiosa e colorata con le sue aule senza finestre . Singh mi viene subito incontro e si presenta, gli chiedo cosa dovrei aspettarmi dalla loro "isola". Mi fa entrare nell aula e conosco gli studenti. Passiamo un bel momento.Singh studia storia, ha 22 anni.Gli studenti mi raccontano un pò le loro vite in quell'isola,sembrano felici. Singh mi dice che mi vuol portare a scoprire i dintorni. Fantastico,sale dietro di me in moto e andiamo. Mi porta in un Satra. I loro templi religiosi così differenti da quelli del resto dell'india. Non avevo mai visto nulla di simile. È bellissimo, sia il cortile con alberi secolari che l'interno. La quiete è assoluta, vicino all'altare vi sono i giganteschi Nagara,tamburi rituali. Rispetto ai classici templi Induisti, questo è assolutamente minimale. Gli Assamesi seguono il " Neo Vaishnavismo" , credono in Vishnu con la differenza che non praticano la adorazione delle immagini ma del "Senza Forma" . Ne vistiamo altri , uno più bello dell'altro, l'invito al silenzio ,a lasciarsi andare sereni a se stessi e al proprio Dio è potente. Mi siedo in pace con la brezza dei primi freschi dell Inverno nord Indiano che entra tra le colonne bianche e gialle del tempio ,cullato dal verso di mille animali liberi . Mi sembra sian passati mesi da quando son partito, mi sto scrollando di dosso la polvere del vivere , quella pesante che sollevo insieme a tutti gli altri e lascio depositarsi sul mio essere inpigrendolo e affannandolo.. Con Singh instauriamo subito un rapporto profondo, sono stupito del suo pensiero evoluto. Mi dice che sta cercando se stesso, che proviene da una situazione famigliare difficile con violenza familiare del padre alcolista verso la madre. Vive in un ostello con altri studenti. Non sa minimamente cosa vorrebbe fare dopo la scuola, mi dice che ciò che cerca è la serenità serenità ovunque risieda. Parliamo di spiritualità e siamo in sintonia, abbiamo letto la Bhagavatgītã e ne abbiam discusso, È arrivato già lontano quel ragazzo, è speciale. Nei giorni successivi incontrerò due dei suoi insegnanti che mi confermano ,senza che io chieda ,che Singh è diverso da tutti gli altri , che c'è un pensiero ed una luce evoluti in lui. Lo ascolto mentre in moto tra i campi mi racconta ampia storia del suo popolo. Vorrebbe vedere Varanasi ed Hampi. Gli spiego alcuni trucchi che usano molti giovani che incontro nel mondo per viaggiare con poca spesa, work away, couch surfing. Sembra interessato ma forse..neanche più di tanto. Un pomeriggio mi guarda intensamente e mi dice se ho qualche consiglio di vita da dargli . Gli dico quel che penso con piacere. Gli dico che se il suo desiderio è viaggiare che lo faccia in qualsiasi modo possibile, che se ne vada a capire come è la Terra che lo ha portato alla vita, per poi tornare e rendere migliore la sua e la sua gente. Ha un velo di tristezza negli occhi, è un cercatore Singh. Troverà! Gli spiego che non mi piace il mio alloggio, non mi sembra ci sia altra scelta a Majuli, ma non è così, il kharma mi ha spinto in quella scuola dove ho trovato tutto quello che cercavo. Singh mi porta in un altro resort ed è quello che cercavo. In riva ad un fiume, spazio aperto, bungalow accogliente. Gli chiedo per favore di accompagnarmi all altro posto per prendere il mio bagaglio e spiegare alla donna la mia decisone. Majuli è conunque isolata dal mondo,poche macchine ,quasi tutti in bicicletta. Di notte quando cammino per le stradelle sono al buio pesto ma incontro un sacco di gente in bici senza fanali, trasalisco spesso, sembran fantasmi, ma mi abituo e apprezzo molto quelle camminate al buio e al latte di stelle. Molte tribu di entnie diverse convivono con i meticci, emigrati del Bihar e Bangladesh, ma sono visibilmente diversi. Sono asiatici. Stanno nelle loro palafitte sull'acqua,hanno lingue diverse ,usi e costumi. A Singh piacciono molto e gli chiedo di portarmi a visitare una famiglia, ma poi cambio idea, non mi sento di intrufolarmi nelle loro vite se non mi invitano a farlo. L'ultimo giorno saluto Singh e gli chiedo il permesso di donargli il viaggio a Varanasi. Non vuole assolutamente e continua mettermi i soldi in tasca. Gli prendo la mano e gli dico seriamente che ci tengo tantissimo. Che viaggiare mi ha reso un uomo migliore e che per me non vi è dono più grande di dare questa possibilità ad un giovane illuminato come lui che lo desidera ardentemente. Gli chiedo di mandarmi una foto quando andrà e me lo promette.
Calcutta mi ha sfinito ma ne è valsa la pena. Volevo andarci da Anni, per vari motivi, da Dominque la Pierre a Madre Teresa e l'occasione è arrivata da sola. Il Dhurga Puja. La fantasia dei popoli è giunta fino a noi!! Un evento religioso ,artistico e fortemente folclorico dichiarato patrimonio dell'umanità. Dopo due notti nella fattoria di Nitin siam partiti per kolkata. Ero ancora frastornato dal viaggio e trovarmi di botto in mezzo alla bolgia di "Kolkata Dhurga Puja 2024 " mi ha dato un ceffone da paura! Con Nitin abbiam deciso di filmare alcuni aspetti di questo evento. Tutta la città è in festa per 10 giorni. Un disastro per strada. Passo ore in macchina con i finestrini chiusi in mezzo a milioni e milioni di individui ferraglia fumo rumore per spostarci da un Phandal all 'altro. Il Dhurga pujja si è evoluto in un evento artistico in cui i Phandal , che sono dei templi/ stands di culto ospitano le opere di famosi artisti indiani. Alcuni son molto belli, per il resto mi sembra di essere a un Gardaland Indiano e fatico a star dietro a Nitin con telecamera e sony recorder. Volevo visitare la casa di Madre Teresa e Nitin ne era entusiasto. È stato emozionante vedere la sua tomba nella sua missione,nel piccolo museo si mostrano i pochissimi oggetti che le appartenevano. Se non fosse per tutti i riconoscimenti e articoli di testate di tutto il mondo che la omaggiavano, le sue cose personali potevano stare in una scatola da scarpe. Quanto puó fare un individuo , quanto puó cambiare il mondo con la sola forza dell'amor. Ci facciamo ricevere da una Sorella e le chiediamo come effettuare una donazione. Ci racconta che il governo durante il covid ha tolto loro la direzione di molti orfanotrofi che han dovuto chiudere per tagli di introiti esteri, concessioni dei terreni , e altre divergenze. Mah... peccato! Ci rimaniam male, la Suora sospira..
Il terzo giorno ho detto a Nitin che era meglio ritornare la telecamera a Koship che ce l ha noleggiata. Non ne potevo più del casino. Godiamoci la giornata e fanculo filmare.
Koship ha realizzato gli effetti speciali per una scena di un Spider Man e una scena di un Batman. Ma pensa, uno sconosciuto dei 15 milioni di abitanti della devastata Calcutta ha fatto questo. Gli Indiani sono innatamente bravi con la tecnologia. Ma ora Koship non ha più lavoro e mi dice che le produzioni Indiane lo pagano una miseria e cerca affanatamente produzioni estere, Americane Europee. Buona fortuna! Anche quello è un mondo difficilissimo se oltre a creare ci si vuol vivere. Da quel punto di vista sono libero e ringrazio. Una sera passiamo davanti il quartiere delle prostitute. Il piu grande di tutta l'asia. 15/16000 donne sono tenute prigioniere da tutti gli esseri ignobili che le sfruttano. Dai magnaccia, alla polizia, ai politici . Se escono dai confini invisibili del quartiere sono morte. Calcutta 2024...
Finisce qui questo racconto che termino nella mia camera con vista sul gange a Benares. Mi sposteró molto in questi mesi qui in India. Con gli anni ho costruito in questo paese tutta una serie di relazioni , affettive creative e molto altro. Dopo domani vado a nord ovest nel Utharakhand e poi in Karnataka e Kerala , poi.. Naga Land .
Tanto Amorrr a Tutti.
S.
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Good morning, beautiful people. I’m writing to you from Majuli Island on the Brahmaputra River in the state of Assam in northeastern India. I’ve been traveling solo on a motorcycle along its banks for 10 days, covering 800 kilometers. I haven’t seen a single Westerner since I left New Delhi to explore these remote lands, so distant in our imagination. Indeed, they are. Assam lies with the “Six Sisters” (states) – Nagaland, Arunachal Pradesh, Meghalaya, Manipur, Tripura – in an immense valley that fans out in a triangle, descending from the northeast together with the Brahmaputra. It is bordered by the Himalayas of Bhutan and China to the north, Burma to the east, and Bangladesh to the south. Until recently, Majuli was considered the largest river island in the world, but, like history itself, rivers also change their course. The small delta that separated it from the mainland has dried up, not due to a lack of water, but the bridge that crosses it now merely passes over immense, fluorescent rice fields, and lush green ponds full of aquatic plants. All the information about the island found online, even in our Treccani encyclopedia (2001!!), still describes it as such, and the Assamese people are a bit reluctant to admit the loss of both the title and the island status.
Access to some of these seven states is only possible with special permits, for reasons that remain unclear to me. I believe it’s related to the independence attempts by certain tribes who have very different blood from the Hindus and occasionally cause disturbances, according to some Assamese I’ve met. The official explanation is that the government wants to preserve these peoples from "barbaric" invasions. I’ll head to Nagaland in December to hear firsthand what’s going on there. This is one of the many reasons that drew me here. Again and again, I find in India the greatest ethnic, cultural, and religious diversity in the world, all within one country. Sometimes just looking at the geographic location of certain places on a map is enough to make me raise anchor and set off.
Most of these populations have almond-shaped eyes; they are Asian. Some scenes among their stilt houses and the features on their faces remind me of Laos, northern Thailand, and Burma. In fact, a migration from Burma, which shared traditions and customs with Thailand, settled here and ruled for six centuries until the British came. They are different, and I absolutely adore these people, especially in the rural areas where life is serene and slow, embraced by Mother Earth. Their gaze also holds a proud determination that sets them apart from the rest of the Indians who move with dreamy eyes among the myriad of their gods. Then, just beyond the countryside, along the major arteries and in the cities, it becomes a babel of humans, machines, dust, smoke, and chaos. Over these two centuries, the Tai Ahom have mixed with Hindu populations, but if they could, they confide, they would gladly remain on their own, as they tell me in passing.
My good friend Nitin Chauhan joined me for a small part of these 800 kilometers, then had to return to his fields in Haryana, four hours north of Delhi, for the rice harvest. I admit I was hesitant to continue alone, but once I felt the warmth, honesty, and dignity of the Assamese people, I knew I could travel undisturbed, and I was right. Shaking off the great fear of the world with some determined pushes and venturing out alone is powerful medicine for the spirit. With the full freedom to roam on a motorcycle, feeling the wind... for me, it is even more so.
The Great Spirit has given me welcoming messages every day. I've received a lot and given back during these weeks. I've made friends at every stop. These people love foreigners (they see so few), especially an older man, still strong, with a white beard who rides a motorcycle helmetless, spreading good vibes. The Brahmaputra is a mighty river, along with the Ganges, the Kaveri, Krishna, and the Irrawaddy, to name a few. It empties into the vast Bay of Bengal, flooding the poor lands of Bangladesh during the monsoons. It originates in Tibet, where it's called the Yarlung Tsangpo. From the map, you can sense its immensity. I've crossed it four times on this journey, the last time this morning on a rickety, overcrowded ferry, which even carried my motorcycle. In some places, the sun seems to set over a Caribbean archipelago. From October to May, after the monsoons, vast islands re-emerge, and the shores of the Brahmaputra become populated again by farmers and animals nourished by the soil fertilized by the son of Brahma.
The Brahmaputra is the only river in India that is referred to in the masculine. Its journey is relatively short: from the Himalayas to the Bay of Bengal, covering 2,900 kilometers. However, its water volume is impressive, reaching up to 20 kilometers in width during the monsoon season. I believe it could provide fresh water for all of India. Dolphins still exist here, though increasingly rare. Some students have told me they've seen them, but these seven states, or "Seven Sisters," as they're called, are densely populated and projected to grow exponentially until 2050. Here, I witness the struggle between man and animals. This is the land of the Indian rhinoceros; there are 2,400 of them in Kaziranga National Park alone. I saw them simply by stopping on a hill and admiring the vast plain next to the park. Thousands of elephants live here, along with the famous Bengal tiger, the most beautiful of all tigers, yet what I've seen has broken my heart. If we don't hurry to create national parks and protect these animals, everything will be lost.
It's extremely difficult, especially in such a populous nation, to establish these parks. I understand and empathize with the villagers displaced for the sake of the park, and with the farmers who face the very real threat of their primary source of sustenance being wiped out by a herd of elephants. Yet there is no other choice; now is the time for nature to take precedence over man, no matter the cost... unfortunately. Approaching Kaziranga, I was amazed and then pained by what I witnessed. We arrived at night in the rain. I could barely see a meter in front of me. As I mentioned, the roads in India are frighteningly congested. To my horror, I found myself on the road that cuts through Kaziranga and the Brahmaputra. Signs every 100 meters in large letters inform drivers that the road is a corridor for wild animals. They encourage you to drive slowly, thank you for caring for the animals, and remind you to be careful. I couldn't believe what I was seeing. The traffic was comparable to a rush hour highway. The animals are literally trapped, with no escape.
Yes... I've been told that during migration periods, traffic is halted in intervals to allow for quiet time... but how can you tell an elephant or a tiger when to decide to move? The fact remains that the park is in the middle of millions of people, whose numbers are continuously growing. The day after we arrived, Nitin and I decided to enter. We paid a small fee for a jeep, 20 euros each. My hair stood on end after just 300 meters inside. A single dirt road cuts through the park for 3 kilometers. Around fifty jeeps were jammed together, each waiting for its turn to pass, crammed with people. I won’t even begin to describe the dust and the commotion. It was a traffic jam! I rarely get angry, but I lost my temper and shouted at the driver to turn back immediately. Nitin and I wrote a protest letter to the park management, but of course, they weren't present. I will never enter that park again, and I regret not knowing beforehand.
But how? Kaziranga is praised everywhere as a grand Indian conservation project. This kind of misleading information is something I encounter repeatedly while traveling. Lies are spread for the sake of tourism, but how can such a precious resource be managed this way? This is India: managing a billion people of such diverse cultures and all the earth’s resources is admittedly a colossal challenge. Add to that the pervasive corruption, which, in my opinion, consumes at least 30% of resources. We are in bad shape, and now it's urgent to save whatever can be saved. In Assam, if you have more than two children, you will never be eligible for a government job, a position highly sought after due to the lack of other opportunities. This law is supposed to reduce birth rates, but people tell me that condoms, abortion, and contraceptive pills are prohibitively expensive for the vast majority. Education is severely lacking, and so the masses are easily manipulated by politicians and idolatry.
The days that followed were filled with peace. I become aware of the problem and continue, seeing with my own eyes, learning, growing, writing, and informing. My small resort is in a tiny village surrounded by Assam's famous tea plantations, just south of the park. My bamboo hut is cozy, and the management is excellent. I sleep and eat for 25 euros a day. The surrounding countryside is spectacular. The pattern created by the tea plantations is mesmerizing. The dark, intense green of the tea leaves and the spacing between the plants for leaf harvesting create a lattice-like shadow effect. The view of the plantations from above is extraordinary. I walk for hours among them, far from the clamor and dust of life in those dreadful Indian urban sprawls. There is a world of difference between the crowded main roads and the peaceful life of the countryside just beyond.
He will find it! I explain to him that I don’t like my accommodation; it doesn’t seem like there is another option in Majuli, but that’s not true. Karma pushed me to that school where I found everything I was looking for. Singh takes me to another resort, and it’s exactly what I wanted: by the river, open space, a cozy bungalow. I ask him to please accompany me back to the other place to get my luggage and explain my decision to the woman. Majuli is still isolated from the world, with few cars and almost everyone on bicycles. At night, when I walk along the small roads, it’s pitch dark, but I come across lots of people cycling without lights. I often get startled; they seem like ghosts. But I get used to it and even come to appreciate those nighttime walks under a sky full of stars. Many tribes of different ethnic groups live together with the mixed-race populations, migrants from Bihar and Bangladesh, but they are visibly different. They are Asian. They live in their stilt houses over the water, with different languages, customs, and traditions. Singh likes them a lot, and I ask him to take me to visit a family. But then I change my mind; I don’t feel right intruding into their lives unless they invite me. On the last day, I say goodbye to Singh and ask if I can gift him a trip to Varanasi. He absolutely refuses, continually trying to give the money back to me. I take his hand and tell him earnestly how important it is to me. I tell him that traveling has made me a better man and that, for me, there is no greater gift than giving this opportunity to a bright young person like him who desires it so much. He promises to send me a picture when he goes. Kolkata exhausted me, but it was worth it. I had wanted to go for years, for various reasons—from Dominique Lapierre to Mother Teresa—and the opportunity presented itself with the Dhurga Puja. The imagination of the people has reached us! A religious, artistic, and strongly folkloric event declared a UNESCO World Heritage. After two nights at Nitin’s farm, we left for Kolkata. I was still dazed from the journey, and suddenly finding myself in the chaos of “Kolkata Dhurga Puja 2024” was a huge shock! Nitin and I decided to film some aspects of the event. The whole city is celebrating for ten days. It’s chaos on the streets. I spend hours in the car with the windows closed, surrounded by millions of people, metal, smoke, and noise, moving from one Phandal to another. The Dhurga Puja has evolved into an artistic event where the Phandals—temples or worship stands—host works by famous Indian artists. Some are beautiful; otherwise, it feels like an Indian Gardaland, and I struggle to keep up with Nitin, who has the camera and Sony recorder. I wanted to visit Mother Teresa’s house, and Nitin was excited about it. Seeing her tomb at her mission was moving, and in the small museum, they show the very few belongings she had. If it weren’t for all the tributes and newspaper articles from around the world honoring her, her personal items could fit into a shoebox. How much can one person do, how much can they change the world, with the sole power of love? We met with a Sister and asked her how to make a donation. She told us that during COVID, the government took away their management of many orphanages, which had to close due to lost foreign income, land concessions, and other disputes. What a pity! We were saddened, and the Sister sighed... On the third day, I told Nitin that we should return the camera to Koship, who had rented it to us. I couldn’t take the chaos any longer. Let’s enjoy the day and forget filming. Koship had done the special effects for a scene in Spider-Man and one in Batman. Imagine that—an unknown person among the 15 million people in devastated Kolkata did this. Indians are innately good with technology. But now Koship has no work and tells me Indian productions pay him miserably; he is desperately seeking foreign productions, American or European. Good luck! That world is tough, even more so if you want to live off your creations. From that point of view, I am free and grateful. One evening we pass by the red-light district. The largest in all of Asia. Fifteen to sixteen thousand women are held prisoner by all the vile beings who exploit them: pimps, the police, and politicians. If they step outside the invisible boundaries of the neighborhood, they are dead. Kolkata 2024... This is where the story ends, finished in my room with a view of the Ganges in Benares. I’ll be moving around a lot in the coming months here in India. Over the years, I have built many connections in this country—emotional, creative, and much more. The day after tomorrow, I’m heading northwest to Uttarakhand and then to Karnataka and Kerala, then... Nagaland. Much love to everyone. S.
S.
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