La Cina di oggi vista con i miei occhi.
Occhi di Stupore, speranza ma anche tristezza per un mondo che si trasforma, come tutto. Un mondo dove l'uomo cancella sotto substrati evolutivi il proprio passato. Un mondo dove l'incertezza della sorte accompagna il suo divenire.
Prima volta in Cina.
Kunming, città di sette milioni di abitanti nella provincia sud occidentale dell’immensa Cina. Volato da Chiang Mai con un volo diretto di un’ora e mezza.
Ci ho provato altre due volte gli anni scorsi, ho avuto il visto nel passaporto (nel mio quarto passaporto!) con validità di 30 giorni, ma entrambe le volte sono coincise con il Capodanno Cinese. Dico coincise perché nel nostro vagabondare in Asia ben poco è pianificato e dopo aver visitato stati limitrofi, quando pensavamo fosse giunta l’ora di entrare nell'impero dei Mille Soli era tempo di capodanno, che varia di anno in anno. Quest'anno cade il 18 febbraio.
Due anni fa erano previsti 7 miliardi di spostamenti nel regno della città proibita. Quindi treni, bus, aerei e tutto ciò che si muove sono presi d’assalto. O si è prenotato tutto con largo anticipo o meglio rinunciare, come nel nostro caso.
Questa volta invece eccomi!
L'arrivo ed il primo impatto sono stati abbastanza severi…
L’aeroporto è nuovissimo, imperiale direi. Super tecnologico. Prendo lo zaino e per prima cosa devo prendere dei soldi, lo yuan cinese. La gente fuma negli immensi saloni, mai visto. L'atm è fuori servizio e devo recarmi in un cambia valuta. Per fortuna ho dei dollari. La commissione è infausta! Il dieci per cento! Assurdo. È un cambio privato e credo fermamente che l’atm sia stato messo fuori uso dal boss del cambio!
Avevo un hotel prenotato. Esco e cerco un taxi. Fa freddo. Mi ero preparato l'indirizzo in cinese su una schermata del mio Ipad. Due tassisti mi hanno rifiutato. Il terzo mi ha preso su. Macchina piccolissima con una grata di ferro sgangherata che divide il sedile del conducente dall’ospite. È buio e tardi. Il taxista mi parla e… Non capisco un H. La strada è buia, poche luci. Mentre proseguiamo ed osservo le macchine e l'ambiente il mio umore è in una gradazione di grigio indefinita.
[Dopo tre settimane passate nella dolce terra del Siam dove tutto è facile, colorato, gentile e affabile, in quella terra dove basta schioccare un dito e si trova ogni cosa pronta per noi. Tutto, subito, bene e a buon prezzo. Un massaggio, noleggiare qualsiasi cosa, mangiare, dormire, corsi di cucina, lingue, meditazioni. Cure mediche specialistiche, estetiche con una professionalità che fa invidia a tutto l'occidente. Comperare cose, farsele fare, spedirle, prendere un aereo per qualsiasi destinazione o fare kayak in un fiume o lasciarsi andare con un cavo appeso agli alberi giganti della foresta pluviale o…far nulla e andare a zonzo in bicicletta o a piedi e godere del sorriso di quel popolo che impregna ogni cosa.
L’unico popolo a non essere mai stato colonizzato dall’occidente. Un popolo aperto al mondo che si è evoluto a pari passo con l'occidente mantenendo però un forte attaccamento alla tradizione e all'ambiente e con un innato senso dell'ospitalità.
Nel sud, per fortuna non ovunque, si è creato un ambiente diverso. Il turismo di massa ha portato eccessi nella prostituzione e nel bagordismo più sfrenato. Un pò un classico nei posti di mare dove arrivano frotte di vacanzieri che vogliono solo mare e palme a basso costo, poi molti ci aggiungono prostitute e bagordi vichinghi e allora il tutto degrada…
Quel tipo di turismo non si interessa minimamente alla cultura del popolo che li ospita però ne influenza il carattere. Non giudico! Ognuno se la passi come vuole e ogni tanto va anche bene così ma io preferisco stare a nord dove incontro anime affini. Iniziare un lungo viaggio con un lungo e agevole relax fisico e mentale è perfetto]
KUNMING
La città e gigantesca, non arriviamo più e passiamo chilometri in sopraelevate con palazzi e palazzoni stracolmi di finestrelle. Mi sembra di essere nel corridoio della DDR che si percorreva per arrivare a Berlino. La hall dell'albergo è freddissima e penso ad un guasto, in seguito, capirò poi perché. L'impatto con la lingua è durissimo. Non parlano una parola di inglese. Ci metto un’infinità a fare il ceck-in, a farmi dare gli asciugamani che non ci sono, a capire che Google in Cina non funziona, nemmeno Fb, a capire se ho la colazione e a che ora. Mi metto sotto le coperte un po’ spaesato!
Il giorno dopo la città mi mostra la sua faccia. Piano piano. È molto molto interessante. Mi stupiscono gli scooter. Sono tutti elettrici! Tutti dal primo all'ultimo! Mai vista una cosa simile. Devi stare attentissimo per strada perché sono silenziosi come l'aria! Ma…perchè nelle nostre città non ci sono? Iniziano le domande…
I visi sono orientali ma scorgo i tratti tipici delle popolazioni tibetane e mongole. L'impatto avuto la sera prima scema. In alcuni edifici si intravede l’architettura del passato socialista ma la nuova era tecnologica e di libero scambio erutta modernità ovunque. Dai super centri commerciali, ai caffè in stile Starbucks insegne luminose alla Time Square.
Devo assolutamente trovare un dizionario.
La barriera linguistica non perdona.
Se lasci a casa il bigliettino con l'indirizzo in cinese dell’albergo non ci arriverai mai!
Cammino ore e mi ritrovo in una zona di case antiche in legno che stanno ricostruendo in stile. Negozietti bar e baretti molto trendy. Intorno un mercato di giade e di animali e grandi cesti stracolmi di insetti e le scatoline del loro animaletto preferito. Il grillo.Quanti!
Entro in un parco e la scena è da film.
Tutti i vecchietti che giocano con delle pedine sui tavoli, alcuni hanno dei visi da cartolina d'altri tempi, di quella Cina che ho sempre immaginato. Wellcome in China!! Domani 31 dicembre 2014 andrò all'aeroporto a prendere Pantxoa. Adesso mi manca. Tanto, non vedo l'ora di vedere quel viso dove si è posata la dolcezza del mondo e l'ebbrezza della libertà.
Iniziato il tour il primo Gennaio 2015
Abbiamo deciso di avvalerci di una guida per dieci giorni, non perché non fossimo in grado di viaggiare soli, il che comunque non è certamente facile, questo immenso impero è profondamente diverso dal nostro, linguisticamente e culturalmente ed avere a fianco un locale che ti introduca agli usi e costumi è utile, nonché istruttivo, almeno i primi giorni, poi…ci arrangiamo. La nostra guida si chiama Cin i. La prima tappa in una città a sud di Kunming.
JIANSHUI
Il nostro hotel è in stile antica Cina. Molto bello. Anche la parte vecchia lo è… Non finisco di dire a Pantxoa: questa è Cina Cina, guarda la Cina! L'impatto con l’architettura che ho visto solo nei media è frizzante. La via principale è tutta in stile. Case in legno scuro con disegni floreali tipici, tetti in legno dagli sporti all'insù. Non ci sono occidentali e molti ci rivolgono saluti. Camminiamo a lungo osservando i negozi di tè che qui ha un cerimoniale molto lungo. Su bassi tavolini ci si siede e si versano diversi tipi di tè in innumerevoli piccole tazzine, tutto è piccolo, i fornelli, i piattini, i cucchiaini. In un negozio governativo di Kunming che vende il "vero" tè di questa zona "puere the" abbiamo assaggiato le varie annate dei tè. La cultura è antichissima. Moltissime sono le variabili che danno preziosità a questa bevanda che arrivò in Europa secoli orsono. La grandezza delle foglie, l'età dell'albero, la sua altezza, la terra dove è piantato, il clima, la fermentazione, l'essiccazione, la conservazione e via dicendo.
La cerimonia è lenta, elegante ed aggraziata. Complessa. Il tè deve essere (wake up) svegliato. Bisogna far emergere dal lungo riposo le fragranze tanto preziose. I primi infusi vengono gettati in un recipiente apposito. Solo il terzo per i buongustai avrà l'onore di entrare nel corpo. Il tutto viene seguito con estrema attenzione. La temperatura dell'acqua, i secondi di immersione del tè. Non bisogna mai lasciarlo nell'acqua per più di qualche secondo. Per la prima volta, di fronte le due fanciulle che preparavano le tazzine di assaggio, ho capito l'essenza di quelle foglie. Ho sentito il gusto della terra come mai avevo provato. Ho sentito anche il sapore del passato di questo gigante ora desto e ruggente.
Il mattino ci siamo alzati presto per visitare un palazzo favoloso di un'antica famiglia che aveva fatto fortuna con le miniere. È spettacolare. Tutto. I giardini con i bonsai, le pitture, le lavorazioni e l'architettura rispettano i criteri del Feng shui. Bellissimo. È un bell'inizio.
Il FENG SHUI è la legge degli elementi naturali che interagiscono con lo spazio vitale dell’uomo. Feng shui significa vento ed acqua. I dettami di questa filosofia taoista vengono seguiti in ogni costruzione, sia nelle campagne che nelle grandi città come Shanghai.
Orientamento dell’entrata delle abitazioni, posizione del letto rispetto alle finestre o il posizionamento degli specchi, seguono questa filosofia con più di 3000 anni di storia.
A jianshui vi è anche il secondo più grande tempio
dedicato al GRANDE CONFUCIO.
Dopo la rivoluzione Maoista, che ha voluto sradicare il passato di questa grande nazione, ora vi è volontà di un ritorno alla conoscenza dei grandi saggi e delle grandi filosofie che sono nate qui in questo impero millenario. Confucianesimo, Taoismo.
Vediamo una vecchietta con i piedi piccolissimi camminare per strada. Quei piccoli piedi sono stati forzati nell’infanzia da bende strettissime. Alcune informazioni ci giungono non corrette. Avevo sempre saputo che quella usanza era perpetrata per far si che le donne fossero impossibilitate a camminare correttamente per non potersi allontanare. Ci viene detto da Cin i (la nostra guida) che invece era solo una questione estetica, ci fa l'esempio delle donne con i tacchi altissimi. Ci dice che agli occhi dell'uomo quella instabilità rende la donna più sensuale e bisognosa di protezione…(?)…
IL DRAGO
Il più importante simbolo cinese è il Dio dell’acqua. Tutta. Fiumi, mari ,laghi e anche le lacrime. Se si fa infuriare ,tempeste arriveranno, inondazioni si avranno e… fiumi di lacrime cadranno. La FENICE invece ama il fuoco…
Partiti il pomeriggio per venire qui in cima alle montagne a YUANYANG dove da più di un millennio le mani dell'uomo hanno creato un paesaggio mozzafiato scavando ed ergendo migliaia di terrazze per la coltivazione del riso, su pendii le cui pendenze fanno paura e fanno riflettere sulla capacità dell'uomo di superare limiti estremi e modificare l'ambiente per le proprie esigenze di sopravvivenza. Questo posto remoto a 2000 metri di altitudine è ora patrimonio dell’umanità. A ragione! Mi sento lontano lontano, erano anni che una terra non mi dava questa sensazione. Dal viaggio in mongolia e prima ancora dal outback australiano.
La scelta di visitare questa regione della Cina, lo YUNNAN che in cinese significa: bel posto al sud delle nuvole, viene dal fatto che questa è una delle regioni in cui si incontrano tutte le 55 minoranze etniche presenti nell'impero, 25 di queste si trovano solo qui in queste remote terre. Qui vi sono alcuni dei più belli ed affascinanti paesaggi della Cina, come queste montagne da dove sto scrivendo. Il cielo che riflette i suoi umori nelle terrazze d'acqua è commovente. Da 1200 anni le mani dell'uomo hanno lavorato su questi pendii. Intere ed immense valli sono terrazzate. La visione di questi popoli che tutt'ora vestono i costumi tradizionali e dove vi si scorgono scene di vita rurale dal passato remoto è uno dei validi motivi per percorrere il pianeta fino a qui.
Tutto questo sta scomparendo. Ora. Noi facciamo parte di una generazione che ha il privilegio di vivere uno dei più grandi cambi della storia dell'uomo (dall’esito molto incerto…) ma che ci permette di poter ancora abbracciare, con il nostro sguardo, il passato dei nostri avi rimasto immutato per secoli. Un passato che è ad un passo dalla fine. Io cerco di vedere tutto questo. Cerco di vedere tutta questa bellezza e diversità prima che sia coperta dal cemento della nostra esplosiva evoluzione…
In Cina il matrimonio veste di rosso mentre i funerali vestono di bianco.
I morti si festeggiano con grandi festeggiamenti. Si fanno scoppiare petardi per scacciare con il rumore gli spiriti malvagi. Si distribuisce cibo ai passanti. Incontrare un funerale nel proprio cammino, come ci è successo ieri, è di buon auspicio.
Viaggiando si incontrano usanze e credenze in netta contraddizione con le nostre. Mi affascina e devo dire che mi diverte pure vedere e toccare con mano le prove che i dogmi rimangono dogmi, molte volte fini a se stessi, ma che hanno potere di vita e di morte. Qui si, la no… qui se fumi oppio muori decapitato, li sei un vecchio saggio. Qui rutti e sei figo, li sei un maiale. Qui i figli vengono allevati in comunità in cui tutti sono padri e madri, li sarebbero degli emarginati e sfigati e verrebbero loro tolti i figli e messi in istituti. Qui si danza la morte con colori e vivacità, li il nero e il silenzio…
A proposito di questo, qui è zona di funghi.
È pieno e ce ne saranno una ventina di specie. I cinesi dicono che i funghi purificano e li tengono in grande considerazione anche per questo. Da noi si dice che sono pesanti per il fegato… Mah… Qui le donne fanno lavori tipicamente maschili. Costruiscono case, saldano il ferro, verniciano metalli. I moltissimi villaggi arroccati nei pendii di questi immensi bastioni sono un cantiere aperto. Tutta la Cina lo è. Il governo ne ha capito le potenzialità turistiche e sta mettendo mani… io credo che in pochi anni la spruzzata di cemento lascerà un segno indelebile, come dicevo… Le etnie pur essendo, geograficamente, relativamente vicine, hanno usanze che a tratti sono radicalmente diverse tra loro.
LE DONNE MOSHU DEL LUGU LAKE
A qualche centinaio di chilometri da qui, sulle rive del lago… vi è una minoranza etnica molto interessante. Qui le donne sono in tutto e per tutto il capo famiglia ma… non solo… Si accoppiano con l’uomo che scelgono loro e poi arrivederci! Partoriscono ed allevano i figli, si accoppiano nella vita con uomini diversi, quando ne hanno voglia e sempre con chi le aggrada. (immagino l'esultanza di alcune amiche che leggeranno questo…)
I figli non sapranno mai chi è il loro padre. Cresceranno con la madre e avranno altri obblighi. I futuri padri hanno l'obbligo di mantenere le sorelle avute dalla stessa madre e mantenere i figli. Quindi, le famiglie sono fatte di comunità ben distinte in cui però la donna viene prima di tutto. Quanto mi affascina tutta questa diversità. Questi bizzarri modi di costruire le società che l'uomo ha creato nel passato. Società in cui amore e rispetto esistono semplicemente sotto altra forma.
Ancora una volta penso ai nostri dogmi, penso alle guerre e alle sofferenze che l’uomo tutt’ora infligge con violenza inaudita, in nome delle propria stupida ignoranza, a chi non gli aggrada… I Mosho stanno vivendo la loro ultima generazione. Queste usanze, queste millenarie etnie, in questi giorni (A.D.2015) sono alla fine dei loro giorni.
Tutto questo andrà perduto. Ora e per sempre.
Lungo il fiume rosso che stiamo percorrendo e che scorre su gigantesche vallate, vi sono villaggi orribili appena costruiti. Bruttissimi. Qui vengono spostate intere popolazioni che risiedono su terre che servono ora al governo per scopi sociali…centrali, miniere, dighe… La popolazione mondiale cresce vertiginosamente, servono strade, case, fabbriche, ponti, dighe, miniere, aeroporti. Sempre più. Sempre più. La natura cede le proprie grazie al nostro evolutivo dilagare in ogni suo spazio.
Quanto potrà durare? Forse ancora per molto, ma ogni giorno, ogni ora di questo nostro vissuto è una bocca che corrode ed ingoia ciò che di più bello ci sia stato concesso in questa esistenza. Questo pianeta. Questa terra che germoglia per noi ,ogni giorno, i colori di una magica e suprema bellezza che non ha eguali e di fronte la quale dovremmo inchinarci ogni giorno di questa nostra esile vita.
La lingua cinese è di una complessità disarmante.
Noi occidentali con il concatenamento di 26 Lettere dell'alfabeto possiamo leggere e scrivere il nostro vissuto. Gli ideogrammi cinesi che devono essere appresi a memoria per una profonda conoscenza sono oltre 5000! Ogni cosa del mondo è disegnata e rappresentata con un simbolo che a sua volta la descrive in un modo molto poetico. Un cielo blu è rappresentato dal simbolo dell'uomo che sta sotto uno spazio celeste. Saper leggere e scrivere in Cina è un impegno non da poco. Tutt’ora moltissimi cinesi lo sanno solo parlare. È molto affascinante e direi poetico artistica la sua costruzione ma non vorrei essere obbligato a doverla apprendere.
Mi ha sempre affascinato l’impero cinese, come tutto questo pianeta d'altronde, ma ogni volta che mi reco personalmente e mi immergo in altre culture mi rendo conto di quanto siano anche manipolate le informazioni che ci giungono a riguardo, quanto poco sappiamo degli altri popoli e quanto siamo pronti a giudicare superficialmente.
I cinesi son ben altro che un popolo che ci ruba il lavoro, ben altro che quegli occhi a mandorla che aprono ristoranti nelle nostre città e che lavorano dentro gli sgabuzzini senza legge. Ma a tutto c'è un perché…
Questo popolo è uscito da pochi decenni di rivoluzione socialista avvenuta mentre l'occidente viveva la più grande espansione industriale della storia. Leggendo "la porta proibita" ed altri libri ho capito molto su questo popolo e la sua rivoluzione, o meglio, la rivoluzione voluta da MAO. Dopo secoli di imperialismo dinastico, la sua venuta ha drasticamente cambiato il volto del paese. È impressionante leggere a riguardo. In quel periodo, ogni cosa appartenente a quel passato doveva essere distrutta. E così è stato. Si entrava nelle case per bruciare persino i mobili antichi delle famiglie. Si sono abbattuti templi e monasteri millenari. Sono andati bruciati millenni di cultura. Non era ammessa la conoscenza, la cultura. Gli intellettuali dell'epoca sono stati braccati come animali, estirpati dalle loro famiglie e mandati a lavorare nei campi o imprigionati se sospettati di essere controrivoluzionari.
Tutti vestiti uguali, tutti nei campi, tutti in bicicletta, tutti solo operai e contadini. Tutti…l’oppressione è stata capillare. L’uomo era un numero che sommato agli altri dava la forza alla nazione e così è stato ma… quel numero e niente più, quella vita vestita di grigio non potrà mai reggere l'esuberanza umana. La Cina chiuse i battenti guardando al mondo esterno con ostilità. Milioni di cinesi incanalati in un unico modus vivendi.
Quando le porte sono state riaperte, quando il mondo esterno aveva nel frattempo innalzato, durante quel periodo, il proprio livello di vita, a molti di loro non è restato che andarsene in cerca di una vita migliore. Hanno voluto fuggire da quei campi, da quelle casupole in cui sono stati praticamente tenuti prigionieri e voluti contadini.
Qui nello Yunnan, essendo una provincia remota all'altro capo dell'impero, mi viene riferito che non è stata così radicale come nell’est delle grandi Pechino e Shanghai.
Ora, avverata la profezia, il gigante si è svegliato. Eccome!
Il modello globale è approdato nel fertile impero post socialista. Negli anni ottanta si sono verificati grandi disastri ecologici e un esodo massiccio, ma ora il paese cresce e anche il benessere, naturalmente non per tutti. Così è oramai in quasi tutto il sistema sociale mondiale. Quello che si sta verificando è anche il risveglio della nostalgia del loro passato culturale. Confucio e Tao vengono guardati e cercati con rispetto crescente. Alla grande crescita industriale ed economica si affiancano ora temi come eco alimentare, eco sostenibile. Chi per business chi perché ci crede e chi entrambe le cose. Speriamo bene…la vedo dura…sono in tanti, tanti, tanti…
Molti di loro lavorano onestamente nelle nostre nazioni e se permettiamo ad un infinitesima parte di loro di venire nei nostri paesi, comprare i nostri bar nelle nostre città storiche è un problema nostro. Se aprono fabbriche fuorilegge è un problema nostro. Nel loro paese se sgarrano la legge non perdona. Noi non siamo nemmeno capaci di rovesciare un governo che ci ruba il futuro sotto i nostri occhi. Non siamo nemmeno capaci di punire dei soprusi infami perpetrati alla luce del sole sotto il nostro pacato e oserei dire, quasi fatalista dissenso.
Rientrare a Kunming al tramonto
dalle “terrazze nel cielo" è stato uno SHOCK
La periferia inizia 50 km prima del centro città. I cantieri sono all'opera ovunque. Palazzoni di 80, 90,100 piani sorgono sparpagliati in un'immensa piana a gruppi di cinque, dieci. Fanno spavento. Sono alveari umani. Li guardo con angoscia e riconoscenza per poter vivere immerso nel verde delle mie colline. Penso alle persone in quelle finestrelle sospese; invecchieranno il corpo e tramortiranno il loro sguardo su quelle anguste torri cementate e fredde della vicenda umana.
L'arrivo in centro è un altro momento di sbalordimento. Guardo dal finestrino e continuo a ripetermi: quello è il futuro che vedevo nei film di fantascienza degli anni ottanta. È qui, è là fuori, ci siamo… è ora, adesso.
I grattacieli sono illuminati. Intere facciate, altissime che emanano immagini elettroniche dai colori abbaglianti. Nemmeno a Tokyo ho visto una cosa simile. Non oso pensare a come ci apparirà Shanghai tra qualche giorno. Kunming è una città qualsiasi di media grandezza in una provincia remota della cina. Tokyo era all'avanguardia negli anni ottanta e novanta anche l’America. Ora non più. Ora è tempo dei nuovi paesi emergenti, Indonesia, Brasile, Malesia… Ma nessuno di loro, nessuno, è la grande e immensa Cina. Il gigante è sveglio e ruggente e ora sa di esserlo.
Il treno notturno ci porta a DALI
Siamo in cinque nello scompartimento. Una coppia di Pechino con la figlioletta che dorme con la madre. È tutto abbastanza pulito. Molto organizzato. Letti comodi con coperte pesanti e cuscini. La stazione di Kunming è… naturalmente grande! Non mi stanco di osservare quei visi. Sono così diversi. Mi sento lontano…
A Dali arriviamo alla mattina presto e fa ancora buio. Ci viene a prendere Beo. Un altra guida. Si sta rivelando molto colto e simpatico. Fa freddo!
Dali insieme a Lijiang sono due città molto importanti sia nello Yunnan ma anche in tutta la nazione. Molto belle. Perfettamente curate nell’archittettura dinastica cinese. Lijiang è diventata patrimonio dell'umanità pochi anni fa, dopo un violento terremoto che l'ha distrutta e portata alla conoscenza nel mondo. Aiuti sono arrivati e la città è stata ricostruita secondo i criteri architettonici del passato.
Il nostro albergo è in stile. Sono molto accoglienti e organizzati in tutto. Non manca niente.
Sono perfette le stanze. I letti, le lenzuola e i cuscini sono di alta qualità. Dalle porte con aperture magnetiche, agli scaldaletto elettrici, i gadget nei bagni, alle ciabattine incartate e sigillate. I cinesi sanno cosa fare e lo fanno bene. Le cosiddette cineserie le producono per noi comandate dai nostri commercianti. Questa è la vera realtà!
Questo popolo ha inventato più cose che qualsiasi altro nel passato della nostra storia, si sono fermati con la rivoluzione socialista giusto nell'era del nostro sviluppo, altrimenti ci avrebbero portati su Marte quando noi andavamo al mare con la vecchia 500.
Le stradine di Dali sono tutte un negozietto dietro l’altro. Tutti in legno, molto curati. A Lijiang acqua scorre in ogni strada incanalata con gusto tra sassi e ponticelli. Gli scorci sono molto pittoreschi, ma… sono un po’ finti. I locali non ci vivono tra quelle viuzze del centro storico. Tutto è per noi. Turisti…e…viaggiatori. Merita una visita perché la posizione è molto bella. Siamo a duemila metri. L'aria è fredda e pulita. Le montagne imponenti oltrepassano i quattromila metri e imperano sulla città e sul grande Lago di Dali dove oggi abbiamo visto qualcosa di veramente speciale!
I CORMORANI dei BHAI
Amici per la… pesca
Amici da tremila anni. Non avevo mai visto nulla del genere in nessun documentario.
Lo Yunnan essendo una zona remota ha avuto uno sviluppo diverso rispetto al resto della Cina, sta modernizzando in questi ultimi dieci anni. È riuscito così a capire in tempo il valore di madre terra. Il lago è pulitissimo con leggi che tutelano la pesca e gli scarichi di acque nere. Il paesaggio montagnoso è protetto da parchi. Nel nord est della Cina il disastro ecologico sembra essere irreversibile. Qui no ed è un altro motivo per cui ci sono venuto. È stato bellissimo assistere alla pesca organizzata e condivisa tra umano e cormorano. Da tremila anni questa usanza, ora in lista per la protezione dell'Unesco come Patrimonio Culturale dell'Umanità, viene svolta su queste acque così limpide.
I pescatori, uomini ma anche donne instaurano un rapporto molto speciale con queste creature. Fin da piccoli vivono in simbiosi con l’uomo. Dopo la pesca si vedono questi pescatori andare verso le loro case con i volatili fiduciosamente e amichevolmente appollaiati su di uno stelo di bambù sorretto in spalla dal loro padrone. Il lavoro è finito. Si va a riposare nel cortile di casa… Le barche escono in mare. Una decina di cormorani sono in fila sui bordi dello scafo. Uomo e donna remano. Ogni tanto danno loro dei pescetti che tengono in ceste di bambù. Il gracchiare sembra giocoso. Vengono tolti i collari, uno ad uno, si percepisce in quel gesto la fiducia e il rispetto reciproco. Potrebbero scappare via, per sempre, ma non lo fanno. Ognuno ha bisogno dell'altro, così è ciò che hanno deciso, così decidono anche gli uomini quando scatta la magia. Iniziano a girare intorno la barca. Si immergono. Non credo ai miei occhi. Un cormorano esce dalla superficie con in bocca un pesce che peserà quattro chili. È grande quasi quanto lui.
Il pescatore prende un bastone con cestello di rete. Fa segno al cormorano agitandolo.
Il cormorano balza e con un battito d’ali si aggrappa al bordo del cerchio e deposita il grande pesce. Gli altri cormorani gracchiano, si immergono, emergono.
Vengono lanciati in acqua molti piccoli pesci. Il pescatore ringrazia gli amici. Gli amici pranzano… Lo scambio equo è fatto.
La scena si ripete due volte sotto il nostro sguardo eccitato dalla nostra barca affiancata.
Il prezzo pagato per quello spettacolo della natura sarà in parte diviso con i pescatori e in parte andrà al mantenimento dell'ecosistema. Oggi giorno non vi sarebbe più bisogno di pescare in quel modo e questa usanza millenaria potrebbe estinguersi, ma con questo sistema continua anche se per dare spettacolo e non certo per garantire sopravvivenza.
Va bene così. È meraviglioso e sono grato oggi di aver assistito.
Tre ore di macchina tra montagne altissime. Due ore sulla nuova superstrada che modernissima si infila in tunnel dall’illuminazione futurista per sbucare oltre i giganteschi bastioni, poi...si devia su una piccola strada che sale fino a qui, in questo pittoresco villaggio che da millenni è stato tappa della via della seta.
Marco polo… SHIA XI. Così si chiama.
Fino alla fine degli anni cinquanta, pochissimo tempo fa, le carovane dirette in Tibet vi sostavano per proseguire passando per la mitica SHANGRI LA.
Sei, nove mesi per fare più di duemila chilometri in altura. Dai duemila ai cinquemila metri. Cavalli e provviste e…le mercanzie tanto care e preziose ai tibetani. Soprattutto il tè che dava loro apporto curativo per stomaci costretti a digerire solo carne di yak e latte. A quelle alture e con il clima rigidissimo,i vegetali non prosperano di certo. Il the aiuta la digestione e… la costipazione, nonché il prezioso apporto di vitamina E.
Vorrei tanto percorrere quella via. Mi sono informato. Deve essere ben organizzata ed il costo è abbastanza elevato. Ottocento dei 2200 km da Kunming a lhasa sono ad altezze vertiginose e completamente privi di villaggi e ristori. Così mi dicono i locali. Deve essere spettacolare! Bisogna avere delle guide esperte, un 4x4 con tende e provviste per almeno due settimane.
Io vorrei farlo in moto. Un giorno, forse presto, percorrerò uno dei tratti più impervi e spettacolari della via della seta. Inchallah.
Questo villaggio è rimasto sconosciuto al mondo occidentale e a quasi la totalità della Cina fino a 12 anni fa quando degli svizzeri informati da delle guide locali vi si recarono.
Hanno informato l’Unesco e da allora è iniziato il turismo, è stato ricostruito e rammendato magnificamente, le case sono tutte in legno e in terra. Perfetto nel suo stile. È piccolissimo ma estremamente accogliente. Le guest houses sono dei bijoux, i bar e i ristorantini hanno tutto il necessario per farti godere la sosta. Come dai tempi di Marco Polo dove i carovanieri varcarono il ponticello, stanchi ed affamati. Legavano i cavalli, bevevano e cenavano sotto quei tetti anneriti dal fumo delle braci e dormivano in comodi letti.non tutti… non gli sherpa.
Molti nuovi "cinesi consapevoli" hanno lasciato le megalopoli dai cieli grigi per cambiare vita e gestire la loro nuova vita aprendo qualcosa sotto questo cielo azzurro e tra il silenzio di queste calli che sfociano al placido fiume che scorre tra queste verdi valli.
Anche Mauro lo ha fatto. Bell'incontro. Molti di voi lo avranno visto su rai tre pedalando un triciclo attraverso la Cina in solitaria. Personaggio… Da cuoco a Shangai alla svolta vegetariana lavorativa. Si è sposato con una cinese.
Oggi pomeriggio passando per una stradina vediamo una porta con scritto "vegetarian restaurant, pizza and pasta" …scorgo una faccia dietro le finestre. Pantxoa mi dice: secondo me è italiano. Aveva ragione.
Torniamo al tramonto ed entriamo. Il posto è piccolissimo ma si vede che in ogni dettaglio c’è dietro una bella mente. Chiacchieriamo un pò, vedo nel menù la mousse al cioccolato e gli dico: dopo passo! Ho l'acquolina in bocca! Tra l’altro il menù sembra super raffinato. Una lista dei vini favolosa per essere in Cina. Anche quello mi stuzzica il palato, ma…No! Sono in dieta alcolica! ma… le fragole yes! e… Mauro mi alletta!…che bel!
Bellissima serata in sua compagnia. Uomini con una storia, uomini che percorrono questa vita scegliendo ed assecondando la libertà del pensiero, uomini che lottano per vivere e costruire un vissuto creativo, ecologico, altruista e diverso dai dettami di una società che pur avendo le fauci spalancate e pronte ad ingoiare per digerire il nostro dissenso non riesce a contenerci tutti e si lascia scappare chi …scappa!
Mauro è uno di loro.
Parliamo ore e le informazioni che mi trasmette sono interessantissime. Mi parla del controllo del governo sui media e sulla religione. Qui è terra di buddismo e taoismo. Filosofie che Mao ha proibito con pene mortali per decenni. Ora però, come dicevo precedentemente, il cinese vuole e necessita un ritorno alle radici.
Il buddismo è praticato liberamente in tutto il paese con crescente preoccupazione del governo che sembra aver trovato la soluzione. Rimango stupito dall’ingegno che l’uomo può attuare per detenere il potere sulle menti umane. Buddismo non significa certo dedizione al consumo, non significa certo mentalità massificata. Il buddismo è una filosofia "individualista" nel senso filosofico buddhista del termine. Al governo non piace. Risultato? Come fare per snaturare e rovinare la percezione del cinese di fronte quella millenaria pacifista filosofia? Usando il consumismo e facendo della religione un business.
Avere un tempio buddista significa ora guadagnare denaro, molto. I monaci vengono stipendiati mensilmente con delle paghe lungamente superiori alla media nazionale quando fino a pochi anni fa vivevano solo ed esclusivamente delle offerte di cibo che raccoglievano all'alba nei villaggi, passando a testa bassa vestiti d'arancio ed aprendo la loro ciotola ai donatori.
Allora… ecco fatto… la carne è debole. Da che uomo è uomo. Molti monaci si comprano telefoni, vanno in ristoranti costosi etc. La soluzione genialmente diabolica sembra trovata. Ma… io credo che non sradicherà tutto. Yin e Yang esisteranno per sempre. Bene e male si rincorreranno e coesisteranno come i pesci raffigurati nel simbolo taoista, che tanto mi piace, per sempre, fino alla fine dei nostri giorni.
Mauro ha lavorato come chef in uno dei più rinomati ristoranti italiani di Shangai per un paio di anni poi ha deciso di seguire un percorso che aveva già iniziato in Italia. Cucinare vegetariano a domicilio nella grande Shangai. Questo per altri due anni, guadagnava molto bene. Un giorno per scommessa dice si ad una avventura. Si fa costruire un triciclo elettrico da un ingegnere inglese. Trova uno sponsor, viene seguito da Rai3 e parte con tutte le sue cose, sei mesi di viaggio pedalando in pianura e con un piccolo aiuto elettrico nelle salite. Da Shanghai a Dali, qui nello Yunnan. 3260 km in sei mesi. Dormendo in tenda o in qualsiasi posto disponibile. Arriva qui a shaanxi, incontra una bellissima cinese musicista e viaggiatrice, si innamorano e si sposano.
A Dali con degli amici si prendono in cura 5 orfani adolescenti da un istituto. Li istruiscono, gli insegnano le loro abilità. Un amico spagnolo dona loro una casa in riva al lago dove vivono in una sorta di comunità. In seguito, quattro degli orfani maggiorenni vanno per la loro strada, uno di loro segue Mauro e la compagna e qui a Shaxi aprono questo posticino vegetariano. Fanno di tutto. Producono formaggi, vendono biscotti, semi e pozioni naturali di estratti di erbe attinte dal Tao. Ci regalano un pacchettino di polline di pino e uno di semi di canapa, che qui in Cina viene usata a scopo medicinale. Mauro mi spiega che i semi contengono un infinita varietà di virtù! Eh…! Non lo sapevo. Mauro denuncia e difende i soprusi di chi viene in questa terra per sfruttare solo le risorse, senza scrupoli e senza amore per il prossimo. L’orfano è un lavoratore instancabile ed un bravissimo cuoco plasmato dall'esperienza di Mauro. Ci ha anche intrattenuti con dei giochi di prestigio. Hanno molti progetti. Bella gente. Viva, dolce, alternativa e ingegnosa. Anche questa sera stare in loro compagnia è stato un regalo. Abbiamo parlato di tutto, anche del ayahuasca, del tantra e di tutte queste "chiavi" che liberano la nostra energia. Bell'incontro. Attingere dalle esperienze di vita altrui mi fa crescere. Sempre. Mi aiuta a non perdere e a mantenere accesa questa fiamma che cerca la mia via tra le tante ed infinite possibilità che la vita ci riserva, a chi osa come Mauro e molte altre persone che ho incrociato in ogni angolo del mondo. È anche per questo che pubblico ciò che scrivo.
LIJANG a due ore dalla mitica SHANGRI-LA
La parte ricostruita di questa città di un milione di abitanti è un gioiello che vale la pena visitare. Distrutta da un violento terremoto alla fine degli anni novanta è stata ricostruita in perfetto stile. Così perfetto da diventare Patrimonio dell’Umanità.
Visitare i siti protetti da questo organismo, che ha tutto il mio rispetto, è sempre un colpo sicuro. L’UNESCO difende la cultura dei popoli, difende la nostra natura, difende le opere più grandi e belle che l'uomo ha forgiato nei secoli con quelle stesse mani con cui purtroppo le sa anche distruggere. Sarà un organismo con i suoi intrallazzi monetari, con i suoi aguzzini e i suoi disonesti, come diversamente non potrebbe essere vista la sua componente umana, ma…Grazie Unesco, se non c'eri era molto peggio.
Distesa in un altipiano a più di duemila metri, con montagne i cui picchi superano i 5mila, Lijiang è meta turistica di molti cinesi e da pochissimo anche degli occidentali. I cinesi delle grandi metropoli vengono qui per vedere cieli cristallini e respirare la buona aria di montagna che in quelle città è parte del passato. È molto commerciale, ma è un gioiello. Ogni singola trave, pietra, negozio, guest house, hotel, ristorante è in stile. Perfettamente curato e mantenuto dalle leggi che l'Unesco impone. La zona attorno le stradine più turistiche è meravigliosa. Difficile staccare lo sguardo su tanto gusto e qualità che i cinesi sanno offrire in posti come questo. Non vi circolano le macchine, tutto è pedonale. È grande e ci vogliono ore e ore, giorni prima di averla scoperta tutta.
È molto molto pittoresca. Nei negozi aperti sulle calli acciottolate si vende di tutto, dalle chincaglierie a basso prezzo a manufatti di altissima qualità, si mangia ovunque in questi grandi spazi coperti in cui decine di cuochi vestiti di bianco e affiancati, cucinano ognuno la loro specialità. Dal silenzio delle zone residenziali con giardini da cartolina ai bar notturni che sfoggiano scenografie da Las Vegas. L'acqua scorre sempre nelle cittadine cinesi. C è sempre. Incanalata tra belle pietre e ponti e ponticelli scorre nei centri anche dei più piccoli villaggi. Il Feng shui viene rispettato. Effettivamente, il suo scrosciare ci ha sempre cullato, da che siamo al mondo.
Non riesco però ad abituarmi al freddo! È incredibile come sono abituati questi abitanti tra queste montagne dello Yunnan.
Il 99 per cento delle attività commerciali sono a porte aperte, qui che sia estate o inverno con temperature sotto zero come in questi nostri giorni di visita, ciò che cambia è solo l'abbigliamento dei commercianti. Io sono congelato e loro stanno lì giorno e quasi notte nei loro negozietti al gelo. Sono abituati così. Si mangia seduti sui tavoli di questi locali stupendi, bellissimi, accoglienti e fatti con gusto, ma si mangia a zero gradi! Ma come fanno? Io divento pazzo. Ho tre paia di calzini, una maglietta, una felpa, un maglione e sopra la giacca a vento, più berretto. Io capisco, cerco di capire e va anche bene così, se fossi in viaggio sulla via della seta in tenda sopporterei senza battere ciglio, ma qui in questa meraviglia architettonica dotata di ogni ben di dio, quando decido che è ora di starmene al calduccio in camera e rilassarmi un attimo a leggere un buon libro o a scrivere queste righe, datemi un po di caldo! Invece……
Gli hotel hanno delle stanze meravigliosamente decorate, con letti giganti, lenzuola e coperte di altissima qualità. Scaldavivande, the e caffè sempre presenti nella stanza. Super televisori a cristalli liquidi, ciabattine, saponi, spazzolini, belle lampade, pavimenti in legno, soffitti stupendi, illuminazione calda e coccola, ma…un freddo cane!!!!!! Loro mettono gli scalda coperte elettrici e sono contenti così. In moltissimi hotel, il mio agognato riscaldamento non ce l’hanno! Hai… cercando tra le innumerevoli opportunità presenti nella cittadella, guardo con occhi sgranati e mandibola inchiodata dal gelo questi villeggianti cinesi nelle loro bellissime stanze che danno sugli altrettanto bei giardinetti interni, starsene comodamente rilassati nelle loro poltrone con le finestre spalancate e i fiocchi di neve che imbiancano i bonsai nelle belle ceramiche.
In questo momento vi scrivo dall'aeroporto di Lijiang. Siamo in partenza per SHANGHAI.
La struttura è bella, un aeroporto allo stesso livello internazionale degli altri, ma… anche qui, finestre spalancate e freddo cane. Allora è veramente così che loro vogliono. È una loro abitudine e basta. Spero solo che non mi facciano volare con i finestrini aperti dell'aereo. Per favore!! Credo che se potessero lo farebbero. I NAXI sono fatti di ferro.
In questa bella Lijiang, altre riflessioni su questo popolo sorgono.
Guardo i manufatti in vendita nei negozi. Si, vi sono molte chincaglierie e souvenir da poco come in tutte le città del mondo, ma io osservo la qualità del loro artigianato. Come lavorano le giade, come intagliano il legno, come forgiano borse in pelle e in tessuto, spesso colorato e con grande stile. Osservo l’eleganza con cui espongono quei prodotti in quei negozi che in tutto e per tutto, pur nella loro lontananza dall’occidente possono far invidia alle più costose boutique.
Anche oggetti relativamente semplici costano cari e non poco. La qualità si paga anche qui in Cina. Questa è la Cina oggi. Questo è il gigante destato. Ancora una volta penso ai prodotti scadenti “made in china” venduti nei nostri negozi. Chi li ha voluti?? NOI. I nostri commercianti fanno gli ordini chiedendo prezzi stracciati, e la Cina risponde. Con il basso costo della manodopera (ancora per poco, molto poco) producono per noi ciò che è stato loro chiesto, o vengono di persona a vendere nelle nostre città quei prodotti ad un euro. Vengono nella nostra vecchia europa a vendere ciò che la gente può permettersi di comprare…
Le cose belle le sanno fare e quelle che non sapevano fare gliele abbiamo insegnate noi.
Ciò che vedo è un popolo che non ha più nessun bisogno di noi.
Ogni tanto accendiamo quelle tv nelle camere degli alberghetti dove sostiamo e guardiamo i notiziari in inglese. Accordi siglati ovunque. Accordi commerciali siglati con tutto il Sud America, accordi con l'Africa, danno miliardi e miliardi di dollari a quei paesi che spalancano le loro porte, ma soprattutto la loro terra, i loro mari, i loro cieli. Si stanno comprando tutto. Sono forti, immensamente forti. Preghiamo solo che non siano tanto cattivi perché, credetemi, a comandare questa sfera celeste in questo inizio di millennio saranno loro.
Ieri ho saputo che sono iniziati i lavori in Nicaragua. Mi viene da piangere.
L’anno scorso siamo stati nel lago di ometepe. Un paradiso naturalistico. Il più grande lago del Centro America dentro il quale sorgono due giganteschi vulcani. Cieli azzurri, puliti. Flora fauna e umani che sorridono al sole in quel paradiso che presto morirà.
La Cina si è comprata lo spazio per aprire un altro canale. Panama è Americano. I cinesi non ci stanno più e si scavano il loro. Un’opera mastodontica. In quel lago fatato transiteranno giganteschi mostri imbottiti di ogni cosa. Miliardi di metri cubi di terra verranno estirpati dal suolo e spostati altrove. Un altra profonda ferita verrà inferta.
SETA. Siamo andati a Baisha. Un villaggio a mezz'ora da Lijiang.
Qui vi è una scuola di tessitori che ha vinto il primo premio nel impero. Sono rimasto a bocca aperta. Io sapevo che la seta è "Cina". Sapevo che qui è nata e che qui ne hanno appreso e sviluppato le più raffinate tecniche, ma nessuno mi aveva mai messo in mano un filo sottilissimo. Nessuno mi aveva detto di provare a dividerlo in fili più piccoli. Nessuno, dopo averlo diviso in quattro e essermi ritrovato tra le dita un microscopico filamento, mi ha mai mostrato delle immagini intessute di una bellezza sublime. Intessute con quel filo che si divide più di DUECENTO volte. Non quattro, non sei, non dieci. Ma duecento. Ciò che ho visto mi ha sbalordito. Per fare i lavori più belli del reame, lavori che costano anche milioni di euro, le donne si sono tramandate nella storia la tecnica di saper tessere questi visi perfetti con dei filamenti così sottili da rompersi con un alito di impazienza… alcune opere sono state tra le mani di quelle maghe per anni interi. Ogni giorno, sedute sotto quei portici nel silenzio dei laghetti che profumano di loto.
La luce che emana la seta in quelle immagini in cui vive la bellezza del passato dell'impero è sbalorditiva. I fiori, le divinità, quei ramoscelli di ciliegio, i pesci rossi, i giardini incantati, le acque dell’Eden sono intessute con suprema maestria.
La tridimensionalità delle raffigurazioni è Stupefacente.
Ora so il perché sono state percorse quelle vie per secoli. Ora, dopo aver cercato a lungo con lo sguardo quel filamento più leggero dell'aria tra le mani di quella donna, capisco cos'è la perseveranza e la paziente, millenaria maestria zen.
Anche SHANGHAI spegne le luci la notte.
Scrivo seduto su un sedile che sfreccia a trentotto km ora in direzione della grande PECHINO. Il sole che vedo dopo più di dieci giorni di cieli plumbei è un sole con poca forza. Il grande alone che lo contorna e ne offusca i contorni, invece, parla molto chiaro: è inquinato.
Le stazioni dei treni sono immense, sembrano aeroporti. Nuovissime. Le sopraelevate, case e palazzi non conoscono tregua, solo le montagne sembrano sfuggire alle radici di cemento dell'uomo. Così sono stati i primi trecento chilometri verso la città proibita e i suoi Giardini del Paradiso. Ora la terra respira un po’ e il paesaggio è silenzioso.
Sette sono i giorni passati in quella mega Shanghai che pur contenendo più di metà della popolazione italiana è una città molto piacevole, ordinata, pulita e tutto sommato poco trafficata. Come tutte le più grandi città di questo mondo non si può capire in pochi giorni.
Dopo il quinto giorno di lunghissime camminate sopra e sotto inizio a decifrare e sbrogliare un’opinione. Un po’ mi spiace lasciarla. A chi piace la città e qui ci viene per lavoro o studio come molti occidentali, può passarsela molto bene.
C'è di tutto ed i cinesi che ci abitano sono persone per bene. Quasi troppo… Nell’immensa metropolitana super tecnologica questi occhi a mandorla sono ordinati, organizzati, ben vestiti. Ci si sente sicuri ovunque. Al confronto le metro di Londra, Parigi, New York sono il bronx degli anni settanta. Nessuna faccia poco affidabile. Nessuna, forse… la nostra…ha ha…
Shanghai è la città del business. Citta internazionale ma occidentali se ne vedono ben pochi camminando per le strade. Ho visto un nero in tutta la settimana e credo di aver camminato per almeno un centinaio di km. Non è certamente cosmopolita anche se a volte sembra di essere in una qualsiasi megalopoli moderna occidentale. Starbucks, Mcdonald's, Gucci, Dior, Burberry, Luis Vuitton. Il lusso che sfoggiano i centri commerciali è impressionante. I prezzi sono da capogiro e i cinesi spendono. Molto. Ciò che mi stupisce piacevolmente è che quel "cinese tipo" non compera le solite icone della moda. Veste benissimo e ricerca originalità del prodotto. Era tempo che non vedevo tanto estro creativo nei negozi di abbigliamento, scarpe, occhiali, design.
Le donne cinesi alla moda sono ovunque e sono tutte sventolone. Magrissime, bellissime, con gambe perfette e visi che sembrano ceramiche sopraffini. Belle. Molto molto belle. Gli uomini, secondo me, molto molto meno.
Due sono le zone centrali di Shanghai. Pudong e Puxi divise dal fiume Huangpu.
A Puxi lungo la banchina del fiume vi sono i palazzi di fine ottocento dove negli anni venti anche Shanghai viveva la Belle Epoque libertina, viziosa e… strepitosa.
A Pudong i grattacieli sono dei mostri che svettano ovunque a perdita d’occhio. Ci vuole tempo per rendersi conto che la megalopoli ospita trenta milioni di individui. È gigantesca.
Dalle finestrelle del nostro 34esimo piano possiamo vedere alcuni dei vecchi quartieri per ora sopravvissuti alle gru. Sembrano foglie morte sotto immense querce di cemento.
Camminando in quelle viuzze, il contrasto con l'esterno è veramente affascinante. Preferisco di gran lunga passare il mio tempo tra i vecchietti che si scambiano i grilli nelle piccole scatoline che specchiarmi nelle lucide ed impeccabili vetrate dei palazzoni con grandi nomi.
In quei quartieri la vita sembra ferma ad un’altra epoca. La gente vive in strada mercanteggiando, lavando ancora i panni in vecchie fontane di pietra. In molti vicoli non entrano macchine ma solo bici e pochi scooter elettrici. Si vendono verdure e carni in piccoli banchetti, si gioca in piccoli tavoli fuori casa. Due sedie e uno sgabello sono sufficienti per pranzare assieme in quel affaccendarsi. Il vociare è un vociare di persone che si conoscono e condividono quelle stradine. Generazione dopo generazione i panni vengono ancora stesi su fili aggrovigliati che legano tra loro, nell’ultimo sforzo, quelle vecchie finestre che ancora resistono a quei giganti che si stagliano altissimi ed anonimi nel cielo del dragone.
Così è caduta la vecchia Shanghai. Spazzando quelle foglie morte con il braccio della legge. Mettendo con la forza quegli uomini dentro una qualsiasi di quelle milioni di finestrelle dove regna il silenzio dell’anonimato.
Questa è Shanghai. Non si finisce di scoprire la sua intimità. Capisco dopo alcuni giorni perché non si percepiscono le trenta milioni di anime. Capisco perchè a volte ci si incontra soli a camminare in strada. A parte l’estensione abnorme della città, la vita si svolge dentro e sotto la città. I palazzoni sono collegati tra loro da ponti coperti, sotto le strade vi è l’altra Shanghai. Negozi, centri commerciali, cinema, metro, bazar immensi, caffè, super mega supermercati sono collegati sotto e sopra.
Dal nostro 34esimo scendiamo sottoterra, beviamo un caffè, saliamo una scala mobile, compriamo un souvenir, passiamo vari ponti coperti e sospesi e andiamo a pranzare tre isolati più in là al 16esimo, fumiamo una sigaretta nel giardino del 44esimo del palazzo di fronte, scendiamo, prendiamo la metro e usciamo dall’altra parte del fiume sotto uno degli ultimi grattacieli a 120 piani per vedere una mostra. Ripassiamo il fiume in metro, andiamo a fare la spesa nel supermercato sotterraneo della torre Burberry e saliamo in ascensore al 34 del Ascot Hotel per cenare con nostri amici. Spegnamo la luce alle dieci. Non siamo mai usciti all’aria aperta. Si può fare, a Shanghai si fa, ed è per questo che nel freddo inverno cinese i cinesi non sembrano poi così tanti.
I ristoranti sono sempre strapieni e deliziosi. Sono pulitissimi, velocissimi nel servizio e simpatici ed eleganti nel design. La ricchezza cresce a ritmi vertiginosi nella Shanghai odierna. Gli stipendi di baristi e commessi sorpassano i nostri ogni giorno di più. Negozi, bar, ristoranti, cinema, spettacoli e servizi di un lusso da far impallidire l'occidente. Lavorano a pieno ritmo. In città sfrecciano Ferrari, Lamborghini e Rolls Royce. Oggi con lo zaino in spalla, le nostre scarpe da trekking impolverate e i nostri maglioni sgualciti dal lungo viaggio, aspettando il treno per Pechino sotto quel tetto di quell’immensa e tecnologica astronave mi sono sentito un pò strano… I miei vicini con gli occhi a mandorla e con in mano il biglietto per Pechino del super bullet train sono tutti ben vestiti. Tutti con Iphone, cuffie e scarpette impeccabili.
ARTE. A shanghai ho visto un quartiere di gallerie ed artisti che non avevo mai visto. Bellissimo!!!
L’arte contemporanea della nuova Cina in mostra in un intero quartiere. Stanzoni giganti e piccoli atelier disseminati in vecchi palazzi industriali. Bellissimi e originalissimi bar e caffetterie con musica super cool. Pitture ed installazioni molto belle. Abbiamo passato un intero pomeriggio tra i messaggi profondi e indagatori degli artisti cinesi.
I nostri amici sapendo che anch'io faccio arte ne hanno parlato ad un loro amico. Questa mattina sono stato ricevuto in un galleria in pieno centro. Uno spazio fenomenale di 1200 metri. La più importante galleria di Shanghai! Si sono presentati manager, curatori e direttori dicendomi che il mio lavoro piace. Mi hanno dato un sacco di biglietti da visita, mi hanno chiesto di tutto e mi hanno lasciato dicendomi che valutavano attentamente. Sarei felicissimo di lavorare con una galleria di Shanghai! Vediam…
Viaggiare, sì viaggiare… tanto può venire a noi in qualsiasi momento e senza la nostra pretesa, ma più apriamo le nostre braccia e più accoglieremo.
Ho incontrato altri europei che lavorano qui e stanno bene. Il nostro amico è di San Francisco e lo hanno mandato qui per due anni. Gli danno di tutto. Hotel con autista e insegnante di cinese per la moglie che ha un bonus di 25 mila dollari l'anno per andare e far venire i figli universitari.
Benoit invece lavora per la Disney che aprirà un enorme parco giochi quest'anno. Anche lui è ben pagato e ben trattato. Mi ha colpito la storia di Celia.
L'abbiamo incontrata in un caffè. Ci siamo parlati e conosciuti. È venuta con noi a fare il giro del quartiere artistico. Lei è spagnola, della Galizia. Ha studiato molto. Ingegneria. La Spagna è a pezzi. Disoccupazione e degrado. Lei scrive, scrive a molte aziende in tutto il mondo. Vuole una vita migliore. I suoi amici ingegneri più grandi di lei fanno la fame, ci dice, non riescono nemmeno a pagarsi l'affitto ma non fanno un cazzo per togliersi da quella situazione e tirano avanti con il paro, la disoccupazione. Anche lei è in quella situazione. Celia Studia fisica e matematica e da sola impara altre due lingue oltre all'inglese scolastico. Francese e tedesco. Capisce che sono fondamentali per uno sbocco, sono una marcia in più. Un’azienda di Ginevra la contatta. Fa un colloquio, poi un altro, poi… la chiamano.
Ora è qui a Shanghai a comandare un team di sviluppo di trenta persone delle tremila di quell’azienda. Partiva per il Giappone tra qualche giorno e poi andava in Korea a seguire altri team. È giovanissima. 24 anni! Pagata profumatamente con 40 giorni di vacanza l'anno. Trasferimenti pagati extra e aerei pagati per andare e venire dalla sua terra, e… diritto di ottenere un anno sabbatico dopo 5 anni di lavoro. Cosa che farà. È felicissima ci dice. Parlando ci ripete più volte. Hai que despletarse en la vida, no quedarse solo a lamentarse y no hacer nada. Ha ragione e basta. Bisogna muovere il culo e rompersi le palle veramente se si desidera qualcosa e si ha il privilegio e la salute di poterlo fare.
I cinesi sono tanti e sono in tanti a far tutto. Anche nei negozi più piccoli i commessi sono tanti. La città è impeccabile, non mi sento di buttare il mozzicone in strada. Si vedrebbe immediatamente e sarebbe il mio! Puliscono di continuo, puliscono perfino i muretti delle aiuole con il mocio. Sono tanti e il governo mette sotto tutti, moltissimi mal pagati ma piuttosto di pagare la disoccupazione come in occidente gli fanno fare di tutto. Anche mettere il biglietto elettronico dei passeggeri della metro nello scanner o aiutare le persone ad attraversare la strada. Così è. Questa è la Cina di oggi ma qui le cose cambiano ad un ritmo vertiginoso. È impensabile come abbiamo appurato nel seguire la guida della Lonely Planet vecchia di 4 anni. Niente che non siano i monumenti storici è al suo posto! Si butta giù, si ricostruisce, si sposta, si ingrandisce. Sempre più, sempre più. La nostra europa è stanca. Le infrastrutture sono state fatte, le grandi opere anche. L’Europa è una pensionata in pantofole che tira avanti. La Cina è una tigre, ruggente e nel pieno delle forze. Speriamo non si incazzi!!!!
A Shanghai la notte si spengono molte luci. La Cina sa anche provare a risparmiare. Non è una città dall’illuminazione sfarzosa ed esosa. Ho capito perchè a Kunming la notte del mio arrivo mi era sembrata tanto tetra. Era semplicemente ora di nanna, e le luci di Las Vegas non servono e consumano…
Tra un ora arriveremo a PECHINO. Alle 9 di sera. Senza hotel prenotato. Farà un freddo cane ma non posso andarmene da questo paese senza averla vista. Senza varcare le porte della città proibita dell'ultimo imperatore di Bertolucci. Non posso non mettere piede nel muro più lungo di tutta la storia dell'umanità.
PECHINO. 798 il quartiere di arte contemporanea più grande del mondo.
La Cina stupisce ogni giorno di più. 798 è il numero civico di un immenso complesso metallurgico dove ora Pechino fa mostra dei suoi artisti contemporanei. Ci vogliono giorni per scoprire tutte le gallerie nei suoi anfratti. Gallerie grandi come musei. Spazi giganti con soffitti altissimi. Opere di artisti che valgono milioni sono ovunque. Se il quartiere di Shangai mi aveva stupito, questo 798 mi lascia senza parole. Ma questa, ancora una volta… è la Cina odierna. Gallerie d’arte ricavate dentro enormi cisterne. Bar, ristoranti, negozi, tutto all'insegna dell’arte. Opere d’arte nelle strade, nei tetti, ovunque. Immaginate Marghera trasformata in uno spazio artistico. Pechino non finisce mai. Fa paura. Si capisce che dovrebbe esserci il sole ma i palazzi sono immersi nella nebbia di monossido. Mai avevo visto tutto questo. Lo si sente nel respiro, lo si vede, lo si annusa. Stanno meglio le milioni di persone che anche qui lavorano nei sotterranei ben illuminati e freschi della immensa capitale.
Se Shanghai è la giovane donna alla moda, Pechino invece è la vecchia saggia signora.
È indubbiamente, a mio avviso, molto più interessante. Meno pulita di Shanghai ma con più carattere. Qui si vedono in ogni angolo le vestigia del passato. Si vede ancora la vecchia Cina popolare che cammina affaccendata negli immensi quartieri popolari. I cinesi odierni sono ancora molto nazionalisti. Nei parchi ballano e suonano assieme. È bello da vedere. La temperatura arriva e meno sette e se sopporto questo freddo vuol dire che ne valeva la pena!!
Tiananmen square è gigantesca. Ci mettiamo un pezzo per arrivare alle porte della città proibita. Essere qui in visita d'inverno ha i suoi vantaggi. Meno turisti. D'estate è difficile camminare tra i suoi edifici con le loro 8700 stanze. 20.000 persone vivevano tra quelle mura. Tutte a servire l’imperatore. La Cina…
Quando varchiamo le porte mi scorre un brivido nella schiena. L’Heaven Temple, Tempio del Paradiso mi è piaciuto di più della città proibita. Con i suoi parchi e i suoi palazzi era dedicato al sacrificio. L'imperatore vi soggiornava digiunando per buon auspicio dei raccolti e della sorte dell'impero. I bracieri sacrificali emanavano altissime fiamme nell’ultima ora. I pensionati si ritrovano tra i suoi parchi e sotto i lunghi portici. Giocano, ballano, cantano, suonano. Tutti insieme. Si divertono molto e si vede. Quei volti rugosi hanno vissuto epoche epocali…
Il controllo delle nascite è stato revocato ma pochissime famiglie fanno il secondo figlio. Tutti figli unici, educati, struiti e molto coccolati. Anche a Pechino la sicurezza è ovunque ed è l'ultimo dei problemi. I cinesi sono gentili e disposti ad aiutarti. Sempre. Ma… La barriera linguistica mette un freno agli scambi interpersonali ed a volte ci si sente veramente dei pesci fuor d’acqua. Ma non è solo questo. Il cinese basta a se stesso… così gli viene tuttora insegnato.
Il cibo è una goduria! Si mangia a tutte le ore, ovunque e di tutto. Vedere un mandarino cicciotto è un impresa. Sono tutti magri ed asciutti. Come fanno? Le porzioni che ci arrivano ai tavoli sono enormi e ogni volta mi chiedo come faremo a terminare ma immancabilmente facciamo piazza pulita. La loro alimentazione comprende tutto ciò che ci sia di commestibile. È molto varia. Le zuppe fanno da padrone ed io le adoro.
Pechino mi ha regalato un febbrone da cavallo. Proprio l'ultimo giorno. 40 ore di viaggio per arrivare qui a Goa. 40 ore con le gambe a pezzi e la testa che mi scoppiava. Non potevamo rimandare. Troppi voli da cambiare. Spero passi presto.
Quasi due ore di macchina per arrivare alla muraglia più estesa del pianeta. Un’ora e mezza tra le nebbie del monossido e poi finalmente il sole splende su quelle montagne dove l'uomo ha compiuto la più grande impresa di tutti i tempi. I cinesi battono primati in qualsiasi campo. Mi sento piccolo piccolo. Questi non scherzano. Saliamo quei gradini a volte quasi perpendicolari. Migliaia e migliaia di chilometri così. La muraglia si erge a perdita d occhio. Nessuna deviazione. Era da fare e basta, sui picchi delle montagne corre sulle creste. Nella prima dinastia, per la sua costruzione un quinto dell'intera popolazione è stata messa al lavoro.
Si sale con cabinovie super tecnologiche ma quando ci si allontana e si cammina nella vecchia muraglia come abbiamo fatto, regna il silenzio. Siamo a duemila metri. Il volo delle aquile tra quei bastioni eretti dalle mani dell'uomo non ha bisogno di commenti.
La città proibita è al centro esatto della città e tutto intorno per un raggio di decine di chilometri nessun edificio deve superare in altezza quelli della vecchia mitica città. Il volere degli imperatori viene tuttora rispettato.
I palazzi ultramoderni sono molto lontani, ma ci sono. Eccome. La città ha un diametro di 160 km e quando è a pieno ritmo conta cinquanta milioni di anime! Impressionante.
È stato un viaggio molto molto interessante. Molto impegnativo tra spostamenti vari e le centinaia di chilometri che abbiamo percorso con i nostri piedi. Molto impegnativo anche perché questa nazione ci mette di fronte a molti quesiti sui quali riflettere.
Ogni viaggio insegna. Ogni viaggio lascia sotto pelle piccole nuove verità e consapevolezze.
Ho cercato di chiedere a molti di loro cosa pensano del loro passato socialista. Come vedono Mao. La risposta è sempre la stessa. Yin e Yang. Bene e male insieme. Grande uomo che ha fatto degli sbagli. Questa è la Cina oggi. Un gigante che si è alzato e sta mettendo i suoi enormi piedi ovunque, a volte sbagliando mira.
Cari amici, questo è quanto.
Chi ha letto batta un colpo!
Dall’India con AMOR
Ste.