Quando incontro il fanatismo
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Quando incontro il fanatismo

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Che difficile trovare e mantenere spazi a noi consoni in questa terra che trema rivoltandoci ciclicamente...

Che difficile trovare e mantenere spazi a noi consoni in questa terra che trema rivoltandoci ciclicamente sotto sopra. Mi affascina fino allo spasmo questa nostra specie, questo pulviscolo di intelligenza persa nell’immenso e sconosciuto cosmo.

Sorrido vergognandomi quando incontro il fanatismo di popoli vittime di dogmi che divisi da “piccole” distanze storiche e geografiche si contrappongono ridicolamente e ingiustificatamente sfociando in ostilità e diffidenze.


Trovo nella musica che compongo e suono da molti anni un trasporto ed un intimità trascendentale. La musica…sì…la musica è un'altra cosa…


Un’opera materiale, una volta forgiata rimane tale. Possono cambiare nel tempo le nostre percezioni di fronte ad essa ma l’emozione della creazione è unica ed irripetibile, e rimane impressa come un fotogramma che descrive esattamente e solamente quel momento passato.


Quando suoniamo lo stesso brano noi non siamo mai gli stessi.


A vent’anni volevo andarmene da quel paesello. Volevo andarmene in Canada a lavorare sui treni che fanno la spola tra quelle sconfinate foreste. A quell’epoca la musica era già fortemente presente. Fin dai 15 anni suonavo la batteria e cantavo con diverse band di punk e new wave della zona ma il richiamo dell’avventura e della conoscenza era forte. Mia madre vedeva la mia vena artistica e non vedeva di buon occhio la mia partenza. Un giorno mi mise tra le mani alcuni di quei cristalli e mi spiegò che se avessi imparato ad usarli avrei potuto crearmi un lavoro creativo molto richiesto in quel nordest in grande sviluppo.


Quel brillare mi ha conquistato immediatamente.
Era come avere le stelle tra le mie mani.

Ho iniziato in casa a incastonare quelle gemme e dopo un anno mi sono presentato a delle aziende che producevano accessori moda mostrando loro il risultato. Il mio piccolo laboratorio iniziò subito a funzionare. Mia sorella Antonella mi affianca da allora. Tutte le più importanti griffe della moda sono transitate nel nostro laboratorio delle stelle.

Ho sempre lavorato con passione ma nulla poteva trattenermi dal viaggiare anche per lunghi periodi in tutto il mondo, la maggior parte delle volte in moto e specialmente in Asia che così tanto amo. È così da sempre devo un infinitamente grazie ad Antonella che me lo ha permesso. Dieci anni fa arrivò il momento di dare un’altra anima a quei cristalli che tanto amo e che non mi stanco di contemplare.


La luce è vita.
La luce è speranza.


L’arte mi chiamava, avevo qualcosa da dire e avevo in mano un nuova ed inusuale tavolozza di colori della quale conoscevo i più intimi segreti.
Con il prezioso aiuto di molte persone, in quei lunghi anni ho lavorato a porte chiuse concentrandomi nella forgia di 8 opere che ho presentato a Venezia in una piccola mostra personale. La risposta appassionata delle 8000 persone che in quel settembre si sono illuminate dei miei bagliori mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta.
Lo stesso mese Il museo australiano Museum of Old and New Art ha acquisito il mio Nero Infinito, il mese dopo due opere sono volate a Londra in una mostra organizzata con la collaborazione della Sbatacchi Gallery (alla quale ne sono seguite altre due) e in aprile arrivó l’invito di Sgarbi per la 54 Biennale di Villa Contarini. Poi… dopo due anni la lettera dal Vaticano alla quale è seguito l’incontro con Papa Francesco.

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